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Le invenzioni della notte

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Titolo: <strong>Le invenzioni della notte</strong></br></br>
Autore: <strong>Thomas Glavinic</strong></br></br>
Editore: <strong>Longanesi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2007</strong></br></br>
EAN: <strong>9788830424722</strong></br></br>

<p>In un normalissimo mattino di luglio, Jonas si sveglia nella sua casa di Vienna. Dopo il solito caffè, scopre che la televisione non funziona, internet non va, il giornale non gli è stato consegnato, e il telefono della sua fidanzata continua a suonare a vuoto. Perplesso, esce per andare al lavoro, ma dopo qualche passo si rende conto che c'è un silenzio innaturale, e si accorge di essere l'unico per strada. In breve arriva alla sconcertante certezza di essere rimasto solo al mondo: uomini e animali sono scomparsi dalla faccia della Terra, come se nella notte si fossero volatilizzati. Unica presenza reale del romanzo, gli oggetti fisici sembrano trasformarsi in rettili freddi che lo osservano, silenziosi e immobili, una minaccia che percorre il romanzo con una violenza sottile, mai sopita. E mentre la paura di essere solo si trasforma nella paranoia di non esserlo, i sogni del protagonista travalicano la realtà, si mescolano ai ricordi, e Jonas comincia a dubitare della propria mente, risucchiato in un vortice di delirio e disperazione che lo trascina verso l'inevitabile.</p>
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Un semplice espediente per mettere il lettore a confronto con la solitudine: quella che ciascuno di noi sperimenta le rare volte che raggiunge la profondità del proprio essere, quando si trova davanti alla morte. La risposta che ognuno dà riflette il livello di consapevolezza raggiunto in relazione alla propria spiritualità, che quindi sarà noiosa, spaventosa, imperscrutabile o divina. Per me meravigliosa.

Si tratta, a mio giudizio, di un intrigante esperimento narrativo, che come tale va letto (e giudicato). Perché nella (voluta) esasperazione del niente, l’autore ci lascia liberi di dare un senso al vuoto e al silenzio di queste 376 pagine. E senza bisogno di spiegazioni o giustificazioni ci proietta nel mondo di Jonas, che forse (almeno in parte) potrebbe appartenere a ciascuno di noi.

Raga io non ho mai mollato un libro a metà,ma «le invenzioni della notte» rischia fortemente di prendersi questo primato!!L’idea era ottima,c’ho pensato per giorni,mi son messa nei suoi panni,ho vissuto con lui i primi momenti di solitudine,mi appassionava pure..ma alla decima autoripresa che si è fatto nel sonno ho proprio ceduto!!LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE LO COMPRATE

NON COMPRATELO.Il peggior libro che abbia mai letto.376 pagine di noia,riempite tanto per far volume con descrizione di particolari inutili,pagine tutte uguali sopratutto dalla prima verso la metà del libro,lui che vaga a piedi e in macchina,registrazioni..sempre uguali,una noia terribile che ti blocca la lettura ogni 10 pagine consecutive.L’idea di base è carina ma è sviluppata malissimo.Inesistente profilo psicologico del protagonista che invece vista la trama e la situazione dovrebbe avere assolutamente per dare sostanza al libro e credibilità.Lo stile di scrittura è pessimo,frasi corte,cortissime,uno stile che stoppa la lettura continuamernte «grazie»ad un uso eccessivo e sprecato e mal condotto della punteggiatura e rende pesante la lettura,tutt’altro che fluida.SCONSIGLIATISSIMO a tutti e sopratutto a chi si avvicina per la prima volta al mondo dei libri,potrebbe decidere di rimanere lontano dalla lettura..

Finalmente dall’Austria un libro che lascia il segno, grazie a un protagonista che con l’andare delle pagine diventa sempre più persona vera, grazie a pensieri e ricordi ai quali è possibile addirittura affezionarsi, grazie a una scrittura scorrevole e quasi mai noiosa. E il tutto in un’atmosfera inquietante e affascinante al tempo stesso . E l’assoluta mancanza di volgarità gratuite, cosa rara di questi tempi.