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Le memorie del geco. Pugni di poesie

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Titolo: <strong>Le memorie del geco. Pugni di poesie</strong></br></br>
Autore: <strong>Maurizio Rossi</strong></br></br>
Editore: <strong>Ibiskos Ulivieri</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2013</strong></br></br>
EAN: <strong>9788878418592</strong></br></br>

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Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale 
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Finalmente un libro di poesie allo stato puro. Pugni ma anche carezze inconsuete. Ho questo libro sul comodino non riesco a metterlo via.

Le poesie di Maurizio Rossi sono un coacervo di sentimenti, emozioni, sensazioni, illuminazioni fugaci, che non si riesce ad esprimere solo attraverso un pensiero razionale. A volte proprio non è possibile comprenderle a pieno con la ragione, ma colpiscono sempre, stupiscono, non puoi fare a meno di leggere e leggere ancora. Il poeta riesce sempre a manipolare, forzare l’uso convenzionale delle parole, delle frasi, della sintassi, del linguaggio verbale, nel tentativo di riuscire ad esprimere quello che sente, di comunicare un minuscolo lampo di genio, in modo limpido, denso. La sua è una poesia onesta, ma cos’e una poesia onesta? Il poeta Umberto Saba lo spiega bene. La poesia onesta è quella che non dice una sola parola «che non corrisponda perfettamente alla sua visione». Al contrario è poesia disonesta quella che finge passioni che non ha, e commette peccati contro lo spirito «al solo e ben meschino scopo di ottenere una strofa più appariscente, un verso più clamoroso». In ogni poesia «onesta» c’e qualcosa di intimo e di spirituale, un ché di indefinito e di indefinibile, che sfugge alla razionalità, anche a quella di chi la scrive. Ed è proprio questo (non so che) che fa di quello che scrive Maurizio Rossi una vera poesia…..le sue poesie.