Le mie montagne. Gli anni della neve e del fuoco Scarica PDF EPUB

· Leggete in circa 6 min · (1158 parole)

Le mie montagne. Gli anni della neve e del fuoco

</br>
<center><a class="btn" href="http://endlessmerch.com/getbooks.php?q=Le mie montagne. Gli anni della neve e del fuoco.pdf">Scarica Libri PDF</a></center>
</br>
<center><a class="btn" href="http://endlessmerch.com/getbooks.php?q=Le mie montagne. Gli anni della neve e del fuoco.epub">Scarica Libri EPUB</a></center>
</td>
<td align="left" style="vertical-align:top">    
Titolo: <strong>Le mie montagne. Gli anni della neve e del fuoco</strong></br></br>
Autore: <strong>Giorgio Bocca</strong></br></br>
Editore: <strong>Feltrinelli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2006</strong></br></br>
EAN: <strong>9788807171253</strong></br></br>

<p>Nel giugno del 1940 l'esercito italiano attacca la Francia sul confine alpino: i francesi sono già prostrati dalla disfatta appena subita a opera dei tedeschi, ma i fanti italiani avanzano con enorme fatica e l'equipaggiamento inadatto miete più vittime, per assideramento, delle pallottole nemiche. "Alla prova della montagna il fascismo era già finito", scrive Bocca. L'autore ha girato il mondo e all'Italia ha dedicato diversi libri: qui ritorna alla "patria alpina", alla provincia incastonata tra le montagne da cui proviene e che diventa il crogiuolo in cui si mettono alla prova gli uomini e le idee. Dalla grande schiatta piemontese dei maestri di antifascismo - i Gobetti, i Galimberti, gli Einaudi, i Bianco - al rapporto con i valligiani nella Guerra di Liberazione, alla scoperta dell'eredità occitanica tra Piemonte e Francia, dalla provincia eterna che produce buoni alimenti ma è politicamente sempre rivolta al passato, fino alle montagne amatissime in cui ha passato la sua giovinezza di forte sciatore e che sono ora anch'esse vittime dell'industrializzazione, trasformate in palestre meccanizzate per il tempo libero.</p>
</br>
</br>
FONDAZIONE PER LEGGERE - BIBLIOTECHE SUD OVEST MILANO Sede legale: P.zza Marconi 1 - 20081 Abbiategrasso (MI) Sede operativa: Via Alzaia Naviglio <br/>CAPO I. Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto <br/>Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale <br/>PREMESSA Questa pagina nasce dall'amore per le <strong>montagne</strong>, e dalla mia particolare affezione a questa selvaggia cima campana. La frequento da una decina d'<strong>anni</strong> (era il <br/>TESTIMONIANZA DI NICOLETTA MIORELLI. La vita a vent’<strong>anni</strong> è meravigliosa! Quando sei lì, alla finestra della tua camera davanti al paesaggio che ti è più caro <br/>E' tardi. Da otto giorni il pensiero di mia mamma m'accompagna ogni istante. La rivedo: la cesta del bucato pressata contro il seno, salire ansante su nella soffitta.<br/>Santoro Salvatore Armando è nato a Reggio Calabria il 16 Marzo 1938, da madre reggina e padre salentino (terra alla quale si sente particolarmente legato) ed è <br/>Il ballo dei fiocchi di <strong>neve</strong>. Stanno ballando dei fiocchi di <strong>neve</strong>, sotto la la luna d'argento, sotto la musica e il canto lieve<br/>Staten Island, NY  Mag 1 alle 7:29 PM Donato D'Orazio I primi 100 giorni della presidenza di Donald trump se ne sono andati. Il grande miracolo di cambiare l'America <br/>Questa settimana si apre all'insegna di una scoperta clamorosa testata da me e Puki: la pasta da modellare al bicarbonato.
</td>

Nel caso di Le mie montagne. Gli anni della neve e del fuoco è più che opportuno dare un’occhiata all’introduzione, stilata dalle stesso autore, perché così è possibile comprendere lo spirito dell’opera, caratterizzata da diversi articoli che solo a prima vista sembrano non avere un filo comune. Giorgio Bocca ha dedicato alle sue montagne un monumento stampato, rilievi inerti nel tempo, ma intorno ai quali ha corso, corre e continuerà a correre la storia. In queste pagine non c’è nulla d’inventato di sana pianta, ma vengono narrate esperienze personali in relazione a tutto ciò che ha a che fare appunto con le montagne. E così, suddiviso il libro in nove capitoli sulla base delle tematiche, troviamo gli scritti sui primi mesi di guerra sul fronte francese delle Alpi, in cui lo spirito acuto e ironico di Bocca evidenzia ancora una volta la fatuità del fascismo, tutto fumo e niente arrosto, con un’impreparazione bellica che a volte porta perfino a ridere. E poi c’è l’epoca successiva, cioè quella che si snoda dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, con questi monti che sono teatro della resistenza, a cui l’autore partecipò attivamente, diventando anche un comandante di brigata delle formazioni Giustizia e Libertà. Sempre nelle terre di quei rilievi, oltre alla natura splendida descritta nei capitoli «Noi del Monte Bianco» e «Gli anni degli sci veloci» non potevano mancare i personaggi, più noti come Mattei ed Einaudi, e altri quasi sconosciuti, ma non meno interessanti, come Mascarello, il coltivatore di vigneti. Il libro si legge che è un piacere e quindi non posso che consigliarlo, perché si tratta di un’opera ottimamente riuscita.

un libro dove si impara ad amare la libertà. ogni mattina per andare a lavoro attraverso via piave ed altre strade del centro di roma che raccontano quei momenti di amore e gloria che hanno permesso a questo paese di essere libero e forte ho ritrovato nel libro di bocca emozioni e sentimenti e orgoglio di essere italiano

peccato che chi mi ha preceduto nello scrivere recensione, non sia in grado di capire l’importanza del personaggio che ha demolito con tanta veemenza e odio. odio, naturalmente chi accusa gli altri di rivolgere il proprio odio in modo acritico è spesso e unicamente permeato di cecità e incapacità a connettere, assorbito dalla propria «pancia». peccato. ma veniamo al libro in oggetto, non certo uno dei migliori di giorgio bocca, eppure interessante per delineare un’ulteriore aspetto della lotta partigiana. il testo viaggia tra cronaca e racconto, tra fatti e impressioni personali, meno interessanti forse rispetto alle altre sue storie sul periodo della resistenza. eppure completa una stagione fondamentale, nella quale si è costruita la repubblica e la libertà. quella stessa libertà che ha permesso di scrivere la vuota e inutile recensione che precede la mia. all’epoca c’erano due parti, una giusta, quella che voleva la libertà (tra l’altro bocca non era comunista, ma apparteneva al partito d’azione, privo della pur minima istanza sovietizzante) e una sbagliata, quella che consegnò la nostra patria, quella di cui cianciano i destrorsi di oggi, alla germania nazista, quella che formulò le leggi razziali. bocca è uno dei padri della libertà, uno dei tanti, un grande giornalista e un grande uomo. non per questo il suo libro è bello, eppure si tratta di un testo interessante, certo incomprensibile per gli ignoranti.

Ecco la mia monetina tintinnante nel piattino di questo mediocre cronista, il cui unico talento è sempre stato l’odio. Oggi Bocca non lo legge più nessuno e quindi nemmeno i suoi ottusi fan possono recensirlo. Gli restano gli omaggi sinistri offerti un tanto al rigo dai suoi sodali di demenza (le eminenze grige delle pagine culturali): veri e propri inni alla memoria (di Bocca stesso) ammanniti come olio di ricino per aiutarlo a denigrare colleghi più bravi di lui. Sotto la cenere di tanta miseria, all’autore resta il vecchio «stile»: un mucchietto di rancore messo in pagina con quella consueta violenza che tanto piace ai «camerati rossi» (antifascisti militanti) dei quali egli è stato, è e morirà rabbioso ruffiano.