|
In quali modi i ragazzi e le ragazze ricevono informazioni sull’attualità e sul passato? Qual è l’utilità o il danno di queste informazioni per la vita? Quali atteggiamenti pratici, morali, politici vengono indotti o e-ducati da un certo modo di insegnare la storia e i conflitti storici? Senza porre queste domande l’Autore dà un contributo in una direzione profondamente nuova. Leggendolo i giovani potranno andare oltre l’usuale frammentazione delle «notizie
«Sono passati più di vent’anni da quel 17 febbraio 1992, il giorno dell’arresto di Mario Chiesa che ha dato inizio alle indagini e all’inchiesta conosciuta con il nome di Mani Pulite.» Comincia così il racconto di quegli anni da parte di Gherardo Colombo, uno dei pubblici ministeri in prima linea del pool di Mani Pulite che ha di fatto demolito la Prima Repubblica. Il racconto che fa Colombo di quegli anni è semplice e lineare, sincero e a tratti lascia trasparire una ingenuità che oggi comprendiamo molto più di allora quando esplose dirompente il fenomeno Tangentopoli con la figura dominante di Antonio Di Pietro. Lo scandalo di corruzione diffusa che ha impressionato l’Italia intera di fine novecento, chiamato dalla stampa «Mani Pulite». Quello che emerge con chiarezza crescente, vivida e disarmante, leggendo una dopo l’altra le pagine del racconto che fa Colombo di quegli anni divenuti storici, è che la corruzione in Italia era diffusa a tutti i livelli istituzionali, a tutte le classi sociali, in tutte le regioni del nostro paese: «? emerge a grandi linee il sistema della corruzione che sarebbe passato alla storia come Tangentopoli ? non si tratta di casi isolati e sporadici ma di un impianto capillare e diffuso da cui quasi nessuno - né impresa, né partito, né amministrazione pubblica - resta escluso. Il sistema della corruzione in Italia - scrive Colombo - riguarda l’organizzazione politica ed economica del nostro Paese. Ed è impressionante.» Tutto il sistema della corruzione - come lo definisce Colombo - è rigidamente regolato da «norme non scritte» parallele a quelle ufficiali dello Stato. Regole che sono ampiamente condivise da tutti coloro che fanno parte del sistema corruttivo che appare indistruttibile perché capillarmente diffuso ad ogni livello: «Il sistema, pur colpito, continua ad esistere e per qualcuno (degli indagati) il dimostrarsi affidabile sembra un investimento che potrebbe, in futuro, rivelarsi utile».