|
Orditi di trame preziose, dove la capacità di districarsi in versi quasi sussurrati, mai sopra di un tono (quello cioè necessario alla Poesia per essere gustata), rendono le vibrazioni delle lezioni invitabili come prodotte da tocco di arpa su note di Debussy.Per certi aspetti richiamano alla memoria la poesia di Emily Dichinson, specie nel ricorrente tema della natura e delle sue premiazioni/vessazioni E’ la madre terra o un luogo interiore? Poco importa sapere cosa o chi sia la porta che si apre e ci introduce nel mondo della Florit. Nell’intero libro si snoda un percorso di stretta congiunzione dell’autrice con la propria emozione che appare molto intima e quindi poco decifrabile, ma che non lascia, nella scelta delle parole, niente al caso in un’armonia di ritmo e sonorità che va pian piano componendosi sotto gli occhi del lettore.
Una raccolta intensa. Da leggere e rileggere… come l’incipit della prima poesia: «Percorrendoti ancora». Densa e rarefatta al contempo. Dove… «Gira il tempo, le notti senza fine di automobili veloci…» e le parole evocano immagini talmente forti che sembra di viverle come l’ha vissute l’autrice. L’indice degli incipit è una poesia in se’. Cito la prima strofa della suite che da il titolo al libro per dare un saggio di questa stupenda raccolta: «Rossa di polvere la terra - tesa in velluto crepuscolare - trasmuta l’ocra in ombre - i suoi calcarei insediamenti - m’impartiscono lezioni inevitabili»