Lo schiavo di Roma Scarica PDF EPUB

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Lo schiavo di Roma

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Titolo: <strong>Lo schiavo di Roma</strong></br></br>
Autore: <strong>Steven Saylor</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2009</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850217922</strong></br></br>

<p>Nel 72 a.C. Roma è alle corde, ripetutamente sconfitta da un esercito che non proviene dalle barbare lande del Nord né dalle terre nemiche dell'Asia, bensì dalla stessa penisola. È l'esercito di Spartaco, che, coi suoi schiavi ribelli, sta mettendo a ferro e fuoco la Campania e il sud dell'Italia. E proprio a due schiavi in fuga da una villa nei pressi di Pozzuoli viene attribuito l'omicidio di Lucio Licinio, cugino del potente Marco Licinio Crasso. Il cadavere, sfigurato, è stato rinvenuto nell'atrium accanto al corpo c'è soltanto un lembo di mantello intriso di sangue e sei lettere incise nel pavimento di marmo: SPARTA. Crasso, che sta per mettersi alla testa di otto legioni per soffocare la rivolta, decide di seguire un'antica, crudelissima usanza romana di lì a tre giorni, punirà la morte del congiunto con la vita di tutti gli altri schiavi della casa: novantanove persone, novantanove innocenti. Solo Gordiano il Cercatore, chiamato da un misterioso cliente a far luce sull'omicidio, può fermare quell'insensata carneficina e scoprire la verità. Ma l'indagine si rivelerà più insidiosa del previsto e metterà in pericolo tutto ciò che Gordiano più ama, nonché la sua stessa vita.</p>
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Il termine doulos indicava in greco colui che era sottomesso, mentre oiketes era <strong>lo schiavo</strong> come condizione sociale. Per Platone e Aristotele il doulos era anche a <br/>« [La schiavitù] è <strong>lo</strong> stato o la condizione di un individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di proprietà o taluni di essi, e <strong>lo</strong> "<strong>schiavo</strong>" è l <br/>Nella <strong>Roma</strong> antica, un liberto era uno <strong>schiavo</strong> affrancato, che generalmente continuava a vivere nella casa del patronus e aveva nei suoi confronti doveri di rispetto e <br/>Autore: Roberto Escobar. Nato libero, a trent'anni, nel 1841, Solomon Northup è rapito a Washington da due negrieri che <strong>lo</strong> vendono come "nigger" e <strong>schiavo</strong> in Louisiana.<br/>SCHIAVITÙ. - Presso i primitivi. - Nelle società inferiori varie sono le ragioni che portano l'uomo alla schiavitù  ma esse si possono ridurre a due principali, la <br/>SOVRANITA' INDIVIDUALE - 1 (Ritorna SOVRANO e non essere piu' suddito del $ ist€ma imperante mondiale = TRUST SCHIAVISTA = 666, la Bestia)<br/>Buona Pasqua non mi sorprende,ma mi reca tanta gioia e speranza. Non solo nella nascita ,ma anche nell’annunciazione dell’angelo a Maria,risplende il divino <br/><strong>Roma</strong> Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana  capoluogo di regione e città metropolitana (Comune di 1307,7 km 2 con 2.617.175 ab. al censimento del 2011 
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Veramente bel giallo ambientato nella Roma antica. Scorrevole e non pesante come molti del genere. Sicuramente leggerò le altre avventure della saga. Consigliato.

Ritroviamo Eco quasi adulto e poi parlante alle dipendenze di un Gordiano più maturo e ingrassato, ma con al fianco Bethesda ancora bellissima (nel finale moglie partoriente) e il giovanissimo schiavo Meto, regalo di Memmio dopo la risoluzione dell’omicidio di Lucio Licinio, cugino di quel Marco Crasso grande affarista in Sangue su Roma, qui invece al centro di vicissitudini e intrighi di natura politica e militare a tinte gialle sullo sfondo del «cratere» campano, del golfo di Pozzuoli e delle città di Baia e Cuma. Lo Schiavo di Roma è ambientato nel 72 a.C., all’epoca della rivolta di Spartaco e dei suoi schiavi, con Crasso, succube di Pompeo, pronto a tutto affinchè il Senato gli conferisca il comando delle operazioni contro il tracio ribelle, in nome del quale gli schiavi Zeno e Alexandros, alle dipendenze di Lucio Licinio e della moglie Gelina, avrebbero ucciso il loro padrone, scatenando la «Furia» dell’irreprensibile Crasso, deciso a rivalersi sulla vita dei restanti schiavi della dimora di sua proprietà, per dimostrare a tutti il suo valore e ottenere la nomina di comandante. Ma se l’assassino fosse un losco e abituale frequentatore della villa di Baia? In una cornice di sole e mare, ma anche di presagio e mistero, guidato dalla Sibilla Cumana, al «Cercatore» l’arduo compito di svelare il nome dello spietato assassino! Bella l’ambientazione e la descrizione della condizione degli schiavi, debole e stancante la trama, ma ancora una volta utile per apprendere nozioni storiche. Un gradino inferiore al romanzo d’esordio.

Ritroviamo Eco quasi adulto e poi parlante alle dipendenze di un Gordiano più maturo e ingrassato, ma con al fianco Bethesda ancora bellissima (nel finale moglie partoriente) e il giovanissimo schiavo Meto, regalo di Memmio dopo la risoluzione dell’omicidio di Lucio Licinio, cugino di quel Marco Crasso grande affarista in Sangue su Roma, qui invece al centro di vicissitudini e intrighi di natura politica e militare a tinte gialle sullo sfondo del «cratere» campano, del golfo di Pozzuoli e delle città di Baia e Cuma. Lo Schiavo di Roma è ambientato nel 72 a.C., all’epoca della rivolta di Spartaco e dei suoi schiavi, con Crasso, succube di Pompeo, pronto a tutto affinchè il Senato gli conferisca il comando delle operazioni contro il tracio ribelle, in nome del quale gli schiavi Zeno e Alexandros, alle dipendenze di Lucio Licinio e della moglie Gelina, avrebbero ucciso il loro padrone, scatenando la «Furia» dell’irreprensibile Crasso, deciso a rivalersi sulla vita dei restanti schiavi della dimora di sua proprietà, per dimostrare a tutti il suo valore e ottenere la nomina di comandante. Ma se l’assassino fosse un losco e abituale frequentatore della villa di Baia? In una cornice di sole e mare, ma anche di presagio e mistero, guidato dalla Sibilla Cumana, al «Cercatore» l’arduo compito di svelare il nome dello spietato assassino! Bella l’ambientazione e la descrizione della condizione degli schiavi, debole e stancante la trama, ma ancora una volta utile per apprendere nozioni storiche. Un gradino inferiore al romanzo d’esordio.

Dalla caotica vita dell’Urbe a quella più tranquilla di una provincia ricca e fertile come Baia. Otto anni dopo aver assistito Cicerone nella difesa di Sesto Roscio, Gordiano il Cercatore torna in azione, questa volta al servizio di Crasso, l’uomo più ricco di Roma lanciato in una carriera politica che sfocerà in un acceso dualismo con Pompeo. Sullo sfondo della rivolta degli schiavi capeggiati da Spartaco, la storia si incentra sulle indagini per l’omicidio di Lucio Licinio, cugino di Crasso poco stimato e poco rispettato da Crasso, ma che ne gestiva gli affari in Campania. Il patrizio è stato trovato ucciso col cranio spaccato nella sua villa, due schiavi sono scomparsi e nella sala principale è stata rinvenuta una scritta inneggiante proprio a Spartaco. Crasso non ha dubbi, gli schiavi sono colpevoli ed è pronto a sacrificare tutti gli schiavi della casa, circa 100 persone, pur di dare una dimostrazione di forza ed ottenere dal Senato il mandato per comandare l’esercito romano contro i rivoltosi guidati da Spartaco. La vedova Gelina però non è convinta di questa versione e convoca d’urgenza Gordiano che, tra lo scetticismo di Crasso e del suo seguito, è chiamato ancora una volta ad una lotta contro il tempo per scagionare i due schiavi accusati ed evitare così la carneficina. In questa seconda avventura la scena si sposta dalla città alla campagna dove i ritmi sono più lenti e compassati e la vita più agiata. L’ambientazione ricorda molto quella dei romanzi di Agatha Christie, ovvero una villa fuori mano, una cerchia ristretta di persone, ognuna un potenziale assassino, ed un investigatore a districare la matassa ponendo domande ora all’uno ora all’altro. Invidie, gelosie, incontri tra amanti, traffici illeciti, tanti gli ingredienti che mischiano le carte e confondono l’indagine di questo che non è un thriller ma un giallo classico ambientato nell’antica Roma, anzi in una provincia di Roma. E’ ed proprio la ricostruzione della vita di provincia il punto forte de

Più che un romanzo storico, come viene publicizzato dalla casa editrice, si tratta di una commedia: pochi personaggi che si muovono in un contesto storico come quello della ribellione degli schiavi di Spartaco, di cui si accenna varie volte. La storia «gialla» tiene il filo dell’intera vicenda. I protagonisti sono stereotipati e ricordano un discreto fumetto, assenti lo spessore e la profondità del vero romanzo storico.