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Il libro racconta la storia di un coniglio di nome Edward Tulane. Era di una bambina di nome Abilene che lo adorava. Un giorno, il coniglio andò perduto e da qui iniziano una serie di avventure: un viaggio straordinario, dal fondo dell’oceano alla rete di un pescatore, da un mucchio di spazzatura al falò di un campo di vagabondi, dal capezzale di una bambina malata alle strade di Memphis. Ho trovato questo libro bellissimo e l’ho letto più di una volta. Lo consiglio a tutti. Da quando l’ho iniziato, l’ho letto quasi tutto d’un fiato tanto era bello. E’ molto coinvolgente, a volte triste. Ma insegna che si cresce anche con le disavventure della vita. VOTO: 5/5
Splendida favola per piccini e splendida profonda lezione di vita e motivo di riflessione per i grandi. L’ho trovato davvero molto coinvolgente, a tratti triste ma è proprio quel dolore che dimostra che il cuore…è vivo e sta imparando. Se ci pensiamo bene, si impara e si cresce proprio con le traversie della vita. E come disse Stanley Kunitz: Il cuore si spezza e si ri-spezza e spezzandosi vive. Ma è necessario attraversare il buio più profondo senza mai voltarsi» - ed io aggiungerei - per capire, per crescere, per imparare ad amare.
Ognuno e’ libero di esprimere una propria opinione, ci mancherebbe…ma il commento sotto riportato mi sembra veramente duro.. Non posso far altro che invitarvi alla lettura del libro che a mio avviso e’ una lezione di vita per grandi e piccini
non sono assolutamente d’accordo con il successo di questo libro di cui fra l’altro non mi spiego proprio il motivo giacchè, se il tema poteva essere istruttivo ed interessante (riguarda l’egoismo), il risultato è assai discutibile… triste per grandi e ancor piu per piccini, trovo le varie disavventure anche gratuitamente tristi, nel senso che non solo coinvolgono il pupazzo protagonista ma anche le persone che lo posseggono… soprattutto il bambino del penultimo episodio… che aveva fatto di male per meritarsi cio’? un buon insegnamento si sarebbe potuto trarre innanzitutto da un individuo (pupazzo o persona) in grado di interagire, cosa che non puo fare questo pupazzo, e da un individuo che si fosse comportato male e che avesse imparato dai suoi errori e questo non riguarda molte delle persone nelle cui mani passa il pupazzo protagonista! sarei curiosa di sentire le motivazioni dell’autore… o io non ho capito il libro o, piu probabile, non sono d’accordo nel rendere gratuitamente tristi i bambini!! non è meglio raccontar loro delle storie che li facciano sentire felici e sereni?! vale la pena leggere il libro.. solo per farsene una opinione.