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Una storia drammatica con personaggi che non mi hanno trasmesso alcun emozione la lettura scorre veloce,la struttura del racconto sembra essere allettante all’inizio..poi mi assale una certa noia..per fortuna sono solo circa 100 pagine.. e infine parole un po’ troppo volgari..troppo ricco di espressioni dialettali..
Per una divoratrice di libri come me, una vera fatica. Eppure, il fatto che la narrazione riguardasse la mia terra, costituiva una grossa attrattiva. Invece poche emozioni e un vuoto finale. Interessante la struttura del racconto, il fatto che ogni capitolo riprende la stessa storia, quella di Maria di Isili appunto, ma dal punto di vista di ognuno dei protagonisti. Ogni capitolo è intervallato da parti che sono vera e propria narrazione e parti, scritte in corsivo, che sono più delle riflessioni: ecco, soprattutto queste, le ho trovate noiose, inutili e autoreferenziali.
Premio Calvino 2015. Libro bellissimo che alterna voci e stili. Al centro c’è la storia di una donna vista da prospettive sempre diverse. Sorprende la capacità dell’autore di plasmare la lingua e la sua musica. Testo potente, evocativo, universale. Le poche frasi in sardo non disturbano, sono sempre sciolte, e il testo scorre veloce dall’inizio alla fine. C’è la grandezza dei poemi omerici e della tragedia greca dentro quest’opera, c’è il ritmo di Pavese, ma ci sono anche i profumi della Sardegna e gli odori della vita vissuta dalle persone più umili e vere. Consigliatissimo.
Il libro si legge in due ore, indubbiamente ben scritto. Ho apprezzato in particolare la narrazione: gli eventi raccontati da ciascun personaggio si arricchiscono di particolari, divergono, e si svelano per come ognuno li ha vissuti, percepiti e sofferti… Comprendo - da sarda conoscitrice della lingua sarda - le perplessità dell’amica trentina: la traduzione di certe espressioni non arriva mai al lettore con lo stesso livello di intensità. Al di là di ciò, il mio voto é medio perché ritengo che sia difficile tratteggiare personaggi «deleddiani» così estremi come Maria ed Evelina senza essere Grazia Deledda.