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MASSIMO DEI VOTI ALL’OPERA ORIGINALE DELLA GASKELL (già inviata recensione in merito) - Molto buona la traduzione di Fedora Dei, piuttosto gradevole la copertina e davvero bello l’omaggio finale. Cosa non mi è piaciuto allora di questa edizione acquistata per mia madre? Innanzitutto l’impaginazione. Il formato del libro è lungo e stretto e la numerazione delle pagine è troppo in basso rispetto al margine del foglio. Che volete? L’occhio vuole la sua parte, soprattutto trattandosi di un libro niente affatto economico! Ma perché sono così polemica in fondo? La ragione è un’altra. Premetto che non conosco la Dei e che non sono traduttrice (non ancora, almeno), ma se c’è una cosa che non tollero è vedere che chi ha fatto il grosso del lavoro (e potete ben scommettere che è stata la Dei) si è meritato come ricompensa un angolino pressoché invisibile al margine di un foglio. Per vedere chi ha tradotto il testo occorre cercare e cercare e ancora cercare con la lente di ingrandimento. Di solito il nome del traduttore compare come minimo sotto al titolo dell’opera assieme al nome di colui/colei che la introduce. Anche voi, lettori, ricordate sempre una cosa. Quando un’opera straniera vi piace e ne elogiate lo stile, il merito va in gran parte al traduttore, perché un incapace o un mediocre farebbe apparire terribile persino Jane Eyre o Cime tempestose!!! Considerando comunque che la traduzione, ovvero la cosa più importante, è ben fatta, ben venga questa edizione.
Appena terminata la lettura di questo libro. Che dire? Elizabeth Gaskell mi sorprende sempre e la amo sempre di più! Un romanzo incredibilmente coinvolgente, con dei personaggi indimenticabile e uno stile unico. L’introduzione di Francesco Marroni è utilissima e dettagliata, e poi ho amato la chicca che la casa editrice ha messo in fondo al libro come regalo ai suoi lettori! Do il massimo del punteggio anche per la copertina, graficamente è davvero un gioiello! :)
Mary Barton è un altro romanzo della mia amatissima Elizabeth Gaskell che ho trovato a dir poco memorabile. Non mi stupisce che Dickens stimasse questa grandissima autrice che, come lui, non rinunciava a denunciare le ingiustizie sociali, il falso perbenismo, il totale sfruttamento delle classi più povere e gli ignobili pregiudizi nei confronti delle donne. Questo romanzo tratta appunto della disperata lotta operaia in una lugubre, squallida e povera Manchester del 1840. L’atmosfera che si respira è densa di insoddisfazione, rabbia, disperazione. In questo paesaggio grigio e fumoso, si muovono personaggi veri, pieni di ideali, quali ad esempio Mr. Barton (il padre di Mary), Mary stessa e il dolce e coraggioso Jem. Le prime cinquanta pagine scorrono poco ma, una volta acquistata velocità, il romanzo diviene inarrestabile e, quanto meno, bellissimo. La protagonista, contrariamente all’esasperante Sylvia Robson di Sylvia’s lovers, avrà una notevole evoluzione caratteriale nel corso della storia e, da ragazzetta sciocca e superficiale, si trasformerà mano a mano in una donna di valore, capace di vedere con gli occhi del cuore e di discernere una capricciosa infatuazione del vero amore. Bellissima anche l’analisi del senso di colpa di uno dei personaggi e il coraggio mostrato da un altro nell’accettare, per amore, il peggiore dei destini per una colpa che non ha commesso. Libro da non perdere!!
Un classico romanzo vittoriano: corposo, avvincente, con un chiaro messaggio morale. Ho amato i suoi protagonisti, John Barton e Jem più di tutti. Elizabeth Gaskell tratta temi importanti, stimolando il lettore a riflettere. Scrive pagine intense sul conflitto di classe nella società industriale, sulla sete di giustizia, sull’importanza di mettersi nei panni degli altri. Scrive un romanzo sulla colpa e sul perdono, sul valore del sacrificio e la potenza dell’amore. Davvero un libro notevole, soprattutto considerato che si tratta di un’opera prima. Tra i romanzi della Gaskell che ho letto finora questo è il mio preferito.