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Nel saggio D. Vecchi riprende il discorso sul premier e, dopo aver raccontato le infinite trame che facilitarono la sua ascesa, segue ora le peregrinazioni per mantenere e rafforzare il potere. Tra fatti, inchieste e testimonianze anche inedite, l’autore conferma la propria abilità investigativa nel far emergere, solo mettendo in fila i fatti secondo la cronologia, l’immagine politica ed etica di un premier affannato. Interpretare i fatti con una lettura sensibile condotta tra le righe consente al lettore di verificare quale prezzo esiga il potere. Questa potente energia pulsionale nasce con l’umanità e da allora controlla i propri discepoli secondo schemi arcaici sempre uguali e quindi prevedibili. Il narcisismo, suo potente alleato, li svuota di sentimenti socialmente aggreganti come l’empatia e li colloca al di sopra del bene e del male. Trasforma l’amicizia in fredda complicità, labile sostegno sempre subordinato alla contingenza degli eventi. Emozioni pesanti fanno da corollario al potere e si svelano in comportamenti antidemocratici e nelle aspirazioni di assoluto. Il controllo diventa una vera ossessione dei potenti e l’autoritarismo l’unica possibilità di soddisfarlo. Dietro una facciata di novità e di efficienza lavorano modelli antichi e logori. Nel saggio è fotografato un premier cinico, malfidente e chiuso a qualsiasi confronto e scambio democratico. Insofferente alle regole di una democrazia, espande falso ottimismo e lo sostiene con bugie fantasiose e dati truccati ad uso degli ingenui. Il prezzo del potere si conferma altissimo, se commisurato alla paura, alla tensione e alla rabbia subite per mantenerlo. Per sperimentare anche il senso di vergogna occorre una coscienza etica. D. Vecchi fa parlare i fatti, ora tocca alla grande comunità dei cittadini riconoscere i segni di un potere dispotico e bloccare in modo democratico quei potenti che, occupati da avidità, egoismo ed arroganza, dimentichino la loro funzione di garanti degli interessi generali.