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Bisogna leggerlo a stomaco vuoto perché riempie e dopo poche decine di pagine richiede una sosta in quanto sa essere assai pesante. A metà strada tra una guida turistica colta e un manuale di cucina etnica inserisce di tanto in tanto vicende legate ad un improvabile spionaggio internazionale e moraleggianti considerazioni filosofiche a volte stucchevoli. Alcune pagine sono invece bellissime come la descrizioni dell’attuale Afghanistan, veri diamanti letterari, ma è come lavorare in miniera, bisogna estrarli e lavorare stanca. L’ho abbandonato e ripreso più volte, perché il libro ha comunque grande fascino, ma non l’ho finito. Non ho letto le ultime 30 pagine, come al ristorante, arrivato al dolce non lo mangio, ero sazio. Non lo consiglio , anche se è straordinario. E’ per appassionati, loro sapranno apprezzarlo.
Premetto che non sono un grande conoscitore dell’autore, ma a parte alcune tirate politico-moraleggianti, giustamente già sottolineate da altri, e non sempre ben spese, è un libro scorrevole e in fin dei conti divertente.
Bellissimo, in tutti i sensi, ve lo consiglio.
Peccato non poter più leggere nuove opere di Montalban. Alcuni luoghi descritti dall’improbabile coppia Carvalho/Biscuter li ho «vissuti»: mi sembrava di essere là. Addio Montalban, degno compare di varie nottate. Domanda: i libri sono due ?