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Scritto nel 84 e pubblicato in Italia diversi anni dopo per molti aspetti Missione Eagle può essere considerato il seguito di Salto nel Buio. Un seguito sì, ma indiretto, se nel primo (in ordine cronologico) infatti tutta la vicenda verte sulla tensione tra Stati Uniti e Canada in Missione Eagle si tirano in ballo i dissidi tra Usa e Urss, se nel primo molta della vicenda è legata ad un documento su un treno scomparso, nel secondo l’ambientazione ritorna ad essere quella marina e famigliare allo scrittore. Qual è dunque il trait d’union tra i due romanzi? L’atmosfera. L’atmosfera e lo stile con cui viene dipinta da Cussler: quella medesima aria cupa e fredda che respirano i personaggi disincantati e stanchi, quella medesima eroica sopportazione contrapposta al perseverante arrivismo e alle pacchiane prove di forza di due popoli nemici durante la guerra fredda. E’il retroscena dunque il tratto comune ai due libri, comune e tuttavia differente poiché nel primo la guerra è accennata solo di rimando, nel secondo invece è affrontata di petto, in tutto il suo crudo realismo e la sua letale macchinosità, o così pare all’ inizio. Cussler infatti immischiandosi nelle tematiche dell’epoca, rilegge la vicenda, la estrapola e la rielabora a suo modo infarcendola con molta immaginazione e qualche immancabile stereotipo. Il risultato è un romanzo che se per certi aspetti è affascinante per la sua singolarità, per molti altri è credibile quanto Pippo che mangia le noccioline e gli spunta il mantello azzurro. Salto nel Buio a detta di molti (e dell’autore stesso) è il libro migliore di Cussler, questo invece, pur ricalcandone il respiro narrativo, fa della inverosimiglianza l’elemento principale, conferendo al testo i toni di un’opera minore, forse cinematografica ma di quel genere di cinema che tanto concede agli effetti speciali e poco all’autenticità dei fatti. In sostanza è questo un volume che in libreria sarà sempre adombrato dal fascino del testo precedentemente contiguo
Nonostante sia molto appassionante, lo ritengo uno dei peggiori di Cussler. Quindi il giudizio è rispetto agli altri libri di Dirk Pitt. Non regge il confronto. Cussler è sempre molto esagerato nei suoi romanzi, ma ogni estremismo mi è sempre parso piuttosto plausibile. In Missione Eagle credo abbia oltrepassato il limite. La storia è godibile, ma non è credibile. Il controllo del pensiero, il funzionamento semplicistico degli organi statali americani…
Niente male. Non certo ai livelli di «Onda d’urto
Adoro i libri di Cussler, ma questo insieme ad «alta marea» è il suo libro più scadente. Una delusione, troppa politica, troppi «intrighi a palazzo»… Clive dov’è l’avventura!?? Si salva solo il pezzo del battello confederato. Cercherò di ritemprarmi con odissea…