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Un grande omaggio al più libero giornalista della storia d’italia. E’ di sicuro uno tra i migliori libri di Travaglio!
Molto didascalico, come sempre. Forse enciclopedico, dal momento che non rivela nulla di ignoto. Peccato 4/5 gravi sfondoni grammatical/tipografici che mi mandano sempre in bestia…
Non ho finito di leggere il libro, ma credo che ogni parola che verrà aggiunta da qui alla fine sia inutile ad accrescere il valore di Indro. Corretto con i colleghi ma sopratutto con la sua coscienza, sempre davanti ad ogni altro tipo di interesse personale La società che ci circonda, evoluzione di quella ancora in fasce vista dagli occhi di Montanelli nel periodo del Giornale e poi già adolescente nel periodo della Voce, oggi si muove con passo svelto ed esperto. Ormai padrona della coscienza degli italiani ed architetto della loro incoscienza La corruzione sposata quale ideologia di una destra ormai privata della sua storia ed orfana dei loro padri, incontrastata agisce sui poteri dello stato in quanto essa stessa è Stato Faccio fatica ad identificarmi oggi con uno schieramento politico, in quanto nulla è rimasto delle idee motrici degli uomini di destra e sinistra che seppur con principi diversi erano sostenitori più che di una classe societaria di un idea di nazione e di popolo Oggi, che nulla rimane del comunismo finito sotto le macerie del muro di Berlino, che meno ancora rimane della destra liberale espropriata da una classe di imprenditori schiavi del capitalismo, il popolo degli elettori informati ed attenti alle sorti del proprio paese, ma anche alle generazioni future, vaga alla ricerca di una Voce che si alzi dal coro e che prenda sotto braccio la volontà di crescita onesta ma non bacchettona di ogni individualità che con fatica e spesso inconsapevole rimane racchiusa all’interno di una massa omologata e certificata dal timbro televisivo Marco ci riprova, con il Fatto racccoglie i cocci del Montanelli e Biaggi. La paura che anche il suo lavoro si infranga contro lo strapotere capitalistico è tanta, ma non lasciamo questi ragazzi da soli. Una voce gridata al vento seppure non ascoltata da migliaia di persone può raggiungerne qualcuna, che a sua volta si alzerà e dopo ancora un’altra Sosteniamo lo sforzo di creare una nuova coscienza
Il libro, uscito con un corposo aggiornamento in occasione del centenario della nascita di Montanelli, permette di ricostruire il «momento topico» dell’estromissione del compianto giornalista dal suo Giornale e dell’avventura de La Voce,soffocata ancora viva, fino alla morte nel luglio 2001. E soprattutto di sfrondare le fandonie scritte dai molti nemici di Montanelli,sulla sua condotta. Che risalta per la cocciuta renitenza al servilismo editoriale e la fiera signorilità di fronte agli insulti volgari di cui fu oggetto per anni. Occorre, tuttavia, soggiungere che IL GIORNALE,ma anche La Voce, lo si accetti o lo si neghi, fu «la serra calda del berlusconismo e dell’antiberlusconismo». Al pari della prima Voce, quella prezzoliniana, della quale appunto Curzio Malaparte ebbe a dire che fu «la serra calda del fascismo e dell’antiberlusconismo». Due anime che lo stesso Montanelli riconosceva esser esistite nei quotidiani da lui fondati. Quella veramente liberale e l’altra, «salandrina