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E’ il terzo libro dell’autrice che leggo, in ordine cronologico, e questo mi è piaciuto proprio. Secondo me qui l’autrice ha finalmente trovato la via giusta per confezionare un prodotto validissimo, dopo le sperimentazioni avviate con i primi due libri che sembrano ancora «tentativi» con uno stile non ancora ben definito e momenti di «appesantimento» soprattutto sull’approfondimento psicologico di certi personaggi. In questo libro invece tutto scorre facilmente e la trama e il finale a me sono molto piaciuti (vedo anche una citazione da «La storia di Y» di Ellery Queen e «E’ un problema» di Agatha Christie…). Lo consiglio.
Sally vive in un sobborgo di Londra, è felicemente sposata, ha due bambini, un lavoro soddisfacente. Nel suo passato, c’è solo un’ombra: ha tradito il marito con un uomo incontrato durante una vacanza in un centro benessere, mentre lui la credeva in viaggio x lavoro. Una sera, durante il telegiornale, ascolta una notizia scioccante: Mark ha appena perso la moglie e la figlia, e si sospetta un omicidio suicidio. Tutto corrisponde: nomi, lavoro, indirizzo, ma l’uomo che appare affranto nel notiziario non è quello con cui ha trascorso una settimana. Sally vorrebbe avvertire la polizia ma teme x il proprio matrimonio e x la propria incolumità, essendo lei l’unica testimone dell’inganno. Anche alla polizia però, non tutti credono al suicidio: il detective Waterhouse pensa a una situazione più complessa. Un giallo soft basato su un espediente molto sfruttato, lo scambio di persona. La storia è soprattutto un gossip sulla vita di una donna della borghesia inglese: la famiglia, i bambini, i colleghi, le amiche, la vita sentimentale, le paranoie. Le indagini di polizia sono poco credibili, basate più su ipotesi e congetture personali che su indizi e prove. Sally è la solita investigatrice dilettante che, indagando in prima persona, si caccia nei guai. La storia è lenta, prolissa, dispersiva, piena di incongruenze. La conclusione è confusa e inverosimile, costruita solo in funzione del colpo di scena a sorpresa, il comportamento di Sally nelle pagine finali più che emozionante è risibile. I personaggi, incapaci di rapportarsi con gli altri, sembrano avere tutti bisogno urgente di uno psicologo. Più che un giallo, è uno studio sugli effetti negativi della maternità e sullo stress familiare. Morale: mai confidarsi con gli sconosciuti. Lo stile, condito di gradevole humour britannico, è piacevole, ma la vicenda è insostenibile, un mix malriuscito di giallo e di rosa. Uno dei peggiori thriller mai letti, terminato a fatica.
Veramente intrigante. Non capisco perchè diverse persone scrivono che sia brutto. Il finale è sorprendente. Basta seguire e si capisce tutto. Lo consiglio
Un thriller mozzafiato con molti colpi di scena ambientazioni e personaggi ben dettagliati che intessono una storia molto complessa e intrigante in relazione alla imprevedibilità del pensiero umano. Un finale che, in teoria, avrebbe potuto avere anche altri sviluppi egualmente in grado di fornire un eccellente pathos.