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Un libro che mi ha fatto molto riflettere. Non brillante nei personaggi e nella scrittura ma un libro realistico e caotico che se letto dalla giusta prospettiva può dare molte soddisfazioni.
Primo (e probabilmente ultimo) libro letto di Hornby. Partiamo dalle cose buone del libro: l’idea di partenza e la rappresentazione della storia, in maniera sequenziale, secondo i punti di vista dei 4 personaggi, assegnando a ciascuno di essi metodo di scrittura e di pensiero soggettivo. Tutto il resto è, a mio avviso, da buttare: personaggi antipatici, situazioni e dialoghi surreali. E, dulcis in fundo, la caratterizzazione dei personaggi: Jess l’anarchica le cui parti nel libro sembrano scritte da una bambina di, al massimo, 8 anni Maureene che sembra uscita da da una setta religiosa degli anni 40 JJ che alterna momenti di maturità a discorsi filo-adolescenziali e infine Martin, il personaggio forse più riuscito che, tuttavia, è infarcito di discorsi controversi e contraddittori. Forse è più bravo come ideatore di sceneggiature che come scrittore di libri. Per me è bocciato!
Inizio ottimo,idea brillante e il solito geniale umorismo e sarcasmo di Hornby,poi lentamente si spegne.Viene a calare l’interesse che si riacquista solo verso la fine quando si ha voglia e curiosità di sapere quale sarà il destino dei 4 della Casa dei suicidi.Personaggi però esilaranti,Jess e JJ su tutti.E’ che Hornby è Hornby,c’è poco da fare.Meno di 3 non si puù proprio dare. A prescindere.
Incuriosita dall’ uscita del film, tanto decantato e pubblicizzato, ho voluto provare a leggere il romanzo. Ne sono rimasta delusa!!! Caotico, noioso, prolisso, non mi ha trasmesso alcuna emozione né mi ha lasciato nulla di quanto mi aspettassi. L’ho portato a termine solo perché non é mia abitudine interrompere la lettura a metà, e perché speravo ci potesse essere qualche scossone più avanti. Molto colloquiale. A tratti divertente, ma resta pur sempre un grande punto interrogativo. Niente di che!