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Primo libro che leggo di Vallgren, e devo dire che mi ha colpito parecchio. La trama incuriosisce fin da subito, i personaggi (e non solo quelli principali), sono presentati in modo meraviglioso. Di grande effetto i particolari storici, i vari riferimenti che permettono al lettore di seguire questo sfortunato «ebreo errante» nel suo viaggio immortale lungo la storia di un secolo. Compaiono molte figure importanti, da Rasputin ad Aleister Crowley, ma il personaggio in assoluto più affascinante è lo stesso Rubasov, tormentato e sempre all’inseguimento di un destino che gli è stato privato. Libro coinvolgente, che fa scaturire una marea di spunti su cui riflettere: il tempo, la fugacità dei sentimenti umani dinnanzi all’eternita, il male incarnato che in realtà opera il bene…
brutto clone del maestro e la margherita.romanzo inutile ed insulso
tema non nuovo, ma abbastanza rinnovato dall’autore. Alcuni punti un pò lenti, ma nell’insieme è molto interessante l’ambientazione. Sull’autore e le altre opere non sono così generosa… non è la prima volta che riadatta un libro sulle spoglie di uno più datato, anche «l’amore straordinario» ricorda vagamente «il profumo» di suskind.
Ho deciso di leggere questo libro perche’ incuriosita dall’argomento che l’autore tratta: il patto col diavolo che richiama alcune tra le piu’ alte opere della letteratura europea, dal Dr. Faustus di Christopher Marlowe, al Faust di Goethe e al Dottor Faustus di Th. Mann, solo per citarne qualcuna. L’atmosfera in cui si svolge il patto e’ molto suggestiva azzeccata e’ la figura di questo diavolo un po’ demode’, che nulla ha a che vedere con la figura mitizzata ed affascinante che ci si potrebbe aspettare sembrerebbe piuttosto un mediocre impiegato. E’ una figura ironica e con un lato “buono” e “pietoso” che francamente non ci saremmo aspettati e si dimostra piu’ umano degli uomini stessi, impegnati a distruggersi l’un l’altro come la storia del ‘900 che fa da sfondo al romanzo sembra dimostrare. La storia procede spedita nella descrizione della vita felice di Rubasov e della sua caduta, nella descrizione delle tragedie della I e della II guerra mondiale, accennate con tratti brevi ma incisivi. Da qui in poi, pero’, questa tendenza cambia e Vallgren sembra perdere di vista l’obiettivo della narrazione perdendosi nella descrizione di eventi e figure che non approfondisce mai fino in fondo e che sembrano perdersi nella narrazione perche’ fini a se stessi.