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Titolo: <strong>Orfani bianchi</strong></br></br>
Autore: <strong>Antonio Manzini</strong></br></br>
Editore: <strong>Chiarelettere</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2016</strong></br></br>
EAN: <strong>9788861907034</strong></br></br>
<p><b>Dopo i romanzi di grande successo con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone, questa volta Manzini racconta un personaggio femminile indimenticabile. </b><br><br> <i>"Antonio Manzini ribalta stereotipi e luoghi comuni spostando al centro chi sta ai margini della storia. Un romanzo potente e bellissimo"</i> - <b>Teresa Ciabatti</b><br><br> <i>"Orfani bianchi romanzo sconcertante e fuori dalle righe. Antonio Manzini affronta un tema aspro con garbo, disinvoltura e un pizzico di temerarietà"</i> - <b>Massimo Lugli, Il Venerdì di Repubblica</b><br><br> Mirta è una giovane donna moldava trapiantata a Roma in cerca di lavoro. Alle spalle si è lasciata un mondo di miseria e sofferenza, e soprattutto Ilie, il suo bambino, tutto quello che ha di bello e le dà sostegno in questa vita di nuovi sacrifici e umiliazioni. Per primo Nunzio poi la signora Mazzanti, "che si era spenta una notte di dicembre, sotto Natale, ma la famiglia non aveva rinunciato all'albero ai regali e al panettone", poi Olivia e adesso Eleonora. Tutte persone vinte dall'esistenza e dagli anni, spesso abbandonate dai loro stessi familiari. Ad accudirle c'è lei, Mirta, che non le conosce ma le accompagna alla morte condividendo con loro un'intimità fatta di cure e piccole attenzioni quotidiane. Ecco quello che siamo, sembra dirci Manzini in questo romanzo sorprendente e rivelatore con al centro un personaggio femminile di grande forza e bellezza, in lotta contro un destino spietato: il suo, che non le dà tregua, e quello delle persone che deve accudire, sole e votate alla fine. "Nella disperazione siamo uguali" dice Eleonora, ricca e con alle spalle una vita di bellezza, a Mirta, protesa con tutte le energie di cui dispone a costruirsi un futuro di serenità per sé e per il figlio, nell'ultimo, intenso e contraddittorio rapporto fra due donne che, sole e in fondo al barile, finiscono per somigliarsi. Dagli occhi e dalle parole di Mirta il ritratto di una società che sembra non conoscere più la tenerezza.</p>
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