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Un romanzo misconosciuto in Italia, ma tra i migliori letti sul tema delle iniquità della guerra. Fronte Occidentale, I guerra mondiale, francesi e tedeschi si fronteggiano. Il Formicaio è una fortezza tedesca invalicabile. Dalle gerarchie militari francesi giunge l’ordine di attaccarlo e conquistarlo ad ogni costo. L’attacco fallisce miseramente e centinaia di soldati muoiono. Si decide di punire con un processo sommario alcuni di coloro che non ce l’hanno fatta. Tre soldati sono accusati di codardia e dovranno essere fucilati. Il romanzo ruota intorno alla follia organizzata delle gerarchie militari, della disuguaglianza, della violenza di Stato, dell’ipocrita convinzione che la giustizia sia di questo mondo. Una trama ad incastro che rapisce l’attenzione e commuove. Prosa elegante e diretta.
È un romanzi di straordinaria bellezza, ambientato nel corso della prima guerra mondiale, sul fronte occidentale. Solo per vanità e nell’ottica di promozioni e onorificenze un generale francese ordina un attacco insensato, che si concluderà on un bagno di sangue. Lo stesso militare farà condannare alla fucilazione tre militari superstiti per codardia, ma non sono codardi, bensì eroi. Ci si chiede però il perché un comportamento simile, perché il generale dell’armata accolga, se pur in parte, il desiderio di vendetta del comandante che ha ordinato l’attacco. Che senso può avere fucilare degli individui per un reato che non hanno commesso? La conclusione è che nel mondo la giustizia non esiste mai, mentre l’ingiustizia é la norma, ma che soprattutto quegli uomini non vengono fucilati per un delitto che non hanno commesso, ma come esempio agli altri, che d’ora in poi sapranno che non esistono alternative: o morire per la vittoria, oppure morire davanti a un plotone di esecuzione. Chi potrebbe salvarli, cioè il comandante d’armata, non lo fa, perché non solo è convinto che l’esecuzione costituisca il miglior monito, ma anche per quella perversa prevaricazione che consente a uomini indegni anche del loro grado di dimostrare il loro potere assoluto, per l’inconsapevole appagamento che costoro possono ritrarre nel decidere il destino di esseri umani e che con ogni probabilità ripaga ampiamente gli insuccessi derivanti unicamente da una perniciosa miopia. È inutile che aggiunga che Orizzonti di gloria merita ampiamente di essere letto.
«Orizzonti di gloria» come film in dvd è stato recensito qui su ibs da più di 20 persone, tutte entusiaste. Ma questo libro non l’ha recensito nessuno, eppure è nettamente migliore. Arrivata all’ultima pagina l’ho riletto una seconda volta con altrettanto coinvolgimento. È stata una vera sorpresa, io stessa ero un pochino prevenuta anche perché la descrizione tratta dalla seconda di copertina è sbagliatissima. I soldati da portare dinanzi alla corte marziale sommaria non sono stati «scelti a caso». Leggete e capirete. Il libro è crudo, reale, concreto, tragico, ironico, trasgressivo e chi più ne ha più ne metta. Al suo cospetto il film si rileva superficiale, bigotto, inverosimile, ipocrita, fatta salva ovviamente la straordinaria interpretazione di Douglas. Buona lettura a tutti e un sentito grazie all’editore Castelvecchi.