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Osa pensare. Venti concetti per capire criticamente e apprezzare la modernità

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Titolo: <strong>Osa pensare. Venti concetti per capire criticamente e apprezzare la modernità</strong></br></br>
Autore: <strong>James R. Flynn</strong></br></br>
Editore: <strong>Mondadori Università</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2013</strong></br></br>
EAN: <strong>9788861843004</strong></br></br>

<p>Dal nucleare agli ogm, dalle staminali alla legge elettorale, dai test di ingresso all'università alle leggi sull'immigrazione o sulle droghe, in Italia si dibatte e si legifera in chiave quasi solo ideologica. Eppure la storia e i modi in cui si decide in altri paesi dimostrano la possibilità di scelte migliori nell'interesse delle persone e della società usando strumenti più razionali e critici. In questo libro il filosofo, psicologo, sociologo e politologo James Flynn illustra perché e come, per capire e apprezzare i vantaggi e i benefici del mondo moderno, è necessario saper usare la logica insieme al criterio di falsificabilità, aver chiaro come si costruisce un campione, cosa sono un gruppo di controllo, una percentuale, una proporzione, una correlazione, l'effetto placebo e il QI. E anche come funziona il mercato, come evitare la fallacia naturalistica, e gli abbagli cognitivi che son dietro le varie forme di relativismo (culturale, epistemologico e storico) e antirealismo. Il pensiero critico, per Flynn, non usa mai argomenti che fanno appello alla natura (come dire che qualcosa non va bene o è pericoloso perché innaturale, o viceversa) o a un intervento soprannaturale (il disegno intelligente per spiegare l'evoluzione).</p>
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Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale 
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Libro pesantissimo, assolutamente illeggibile. Non solo gli argomenti trattati sono quasi sempre infarciti di argomentazioni molto tecniche (logiche e/o matematiche,) faticose da digerire, ma l’autore è anche assolutamente negato per una esposizione chiara, fluida, priva di ambiguità e involuzioni sintattiche, funamboliche: spesso si incontrano periodi che è necessario rileggere con calma, solo per scoprire che ci si poteva esprimere in modo molto più chiaro e lineare, immediatamente comprensibile. L’autore non è certo uno stupido, ma si rimane con l’impressione di trovarsi di fronte ad un gran presuntuoso: lui sa tutto e risolve tutto, e il mondo è popolato di ignoranti e di stupidi. Perfino il titolo è poco significativo e fuorviante, perché la «modernità» (??) alla fine c’entra ben poco… Per finire questa lettura ci vuole molta buona volontà, per non mandarlo subito al diavolo, lui e la sua saccenteria, dopo il primo capitolo.