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Esilarante, vivace, intenso!!! Da Palermitano VERO comprendo alcuni passaggi descrittivi, forse un pò aspri, anche se dopo aver letto l’ultima riga l’unico desiderio è stato solo quello di rivivere quanto prima tutto quello che questa meravigliosa città può regalare a chiunque. Davvero apprezzabile la rappresentazione e la narrazione che Alajmo elabora sui diversi aspetti che la città presenta. A mio parere non si tratta di una vera e propria guida per turisti, ma è un bel testo sia per chi vive nella città sia per chi l’ha lasciata, anche se in quest’ultima ipotesi ritengo che Palermo non si lascia MAI per nente e per nessuno perchè altrimenti potrebbe succedere che..:«..chi è partito si sveglia, apre la finestra, vede cielo grigio, fa colazione con una pastarella secca surgelata e teme di aver sbagliato tutto.»
Leggendolo mi ha fatto venir voglia di partire per Palermo che in questo libro non viene nemmeno mai chiamata per nome. Non so se l’obiettivo dello scrittore fosse quello di attirare la gente verso la sua terra di certo c’è che le sue descrizioni hanno un’anima che invoca vicinanza.
La lettura del libro potrebbe essere piacevole se non fosse per la presunzione dello scrittore, che sale in cattedra, dalla sua posizione «privilegiata
Dopo aver letto le prime pagine ho iniziato a provare una profonda antipatia x l’autore, pensando che potesse appartenere a quella folta schiera di siciliani che «sputano sul piatto dove hanno mangiato x tanti anni». In realtà devi arrivare necessariamente fino all’ultima pagina per comprendere il profondo amore di Alajmo per la sua/nostra Palermo piena di contraddizioni, città che non può che scatenare reazioni antitetiche in chi ci vive quotidianamente! Una sorta di droga dalla quale cerchi spesso di disintossicarti (lo faccio in prima persona x questioni di lavoro…d’altronde è sempre questo il motivo principale di abbandono della CITTA’), ma che inevitabilmente dopo un pò di tempo ti riattrae famelicamente e ne farai volentieri un’overdose! W Palermo con tutto il mio cuore ma ABBASSO un certo prototipo di palermitano (che purtroppo occupa la città per un buon 70%)