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Non mi piacciono Travaglio & C., specie quando riprendono i sermoni degli alti prelati(salvo scandalizzarsi, giustamente, quando gli stessi prelati pontificano sulla nostra vita politica). Sono di sinistra e non ho simpatia per Berlusconi, detesto il regime strisciante che si percepisce in questa Italia frivola, televisiva, buonista e intollerante allo stesso tempo, ipocrita, veteroclericale, genuflettoria, isterica. Ma non ritengo si debba attaccare un politico su vicende personali. Quindi ho apprezzato le pagine in cui vengono raccontate le figuracce del premier, se ne sbeffeggia l’adesione a carovane tipo Family day, si denuncia l’uso di cose pubbliche (voli, etc…) a favore di amici privati come l’ameno Apicella, si segnalano candidature di giovinette il cui bagaglio politico è quanto meno dubbio a beneficio invece di altre qualità pressochè certe. Sono cose con un risvolto pubblico, ed è giusto che gli italiani sappiano che tipo di politico hanno votato (ma non credo serva a molto, visti gli esiti elettorali e il livello di spappolamento cerebrale operato da Grande Sorella Televisione). Però se si raccontano le cose private di Berlusconi, che riguardano i suoi rapporti con donne e donnine, affar suo e caso mai della sua famiglia, allora non ci sto più, e paradossalmente parteggio proprio per quel premier che non voterei mai. Sì, perchè se lui va a compleanni, passa le notti in certi letti, organizza feste non certo da Family Day, queste sono cose che non devono essere usate politicamente. Io non credo all’uomo di governo che deve dare l’esempio nella vita privata. Presidenti come Roosevelt e Kennedy ne hanno combinate di tutti i colori, e sono stati grandi politici. Altri, dall’etica familiare integerrima come Nixon e Bush sr., non mi pare possano essere ricordati con altrettanto prestigio. Quindi, critichiamo Berlusconi sulla sua azione di governo, che ce n’è, e non affidiamoci al gossip esponendoci alla ritorsione vittimista dello stesso. Facendo una critica del libro, dico che è prolisso, con poco brio.
Come istant book, cioè lettura urgente, è assolutamente un gioellino.
Davvero un ottimo libro, apre un pò gli occhi anche ai più fedeli con un pò di mente aperta
Un libro che ci permette di calarci nella “pochezza” italiana in un batter d’occhio. Un vero e proprio sistema di allocazione risorse inutili a spese dei contribuenti italiani, implementato da starlet di infimo livello artistico disposte a tutto e da macchiette politicizzate inserite nei posti giusti al momento giusto. La triste storia di un paese alla deriva, contagiato da quella svalorizzazione di cui hanno voluto farci ammalare per controllarci meglio per mezzo delle televisioni, scadenzando la nostra vita attraverso reality e trasmissioni facili tutte “tette e culi”. L’evidente parabola discendente di un personaggio destinato fino in fondo a creare scompiglio nel bene e nel male ma, che solo in Italia avrebbe potuto raggiungere tale livello di popolarità rasentando il proselitismo politico. Purtroppo si comprende come tutte le più orrende situazioni di clientelismo all’italiana siano vere ed efficienti come non mai, alimentando la negativa visione internazionale di cui godiamo e la giusta nomea di cenerentola d’europa.