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E venne il giorno in cui mi incensarono Cappelli..inizio a leggere sul retrocopertina il giudizio molto lusinghiero di D’Orrico il quale enfaticamente saluta il ritorno del grande romanzo italiano e mi immergo nella lettura di questo presunto fenomeno letterario. Avevo un’immagine molto più nobile del romanzo di formazione all’italiana ( le Confessioni di Nievo ) ma anche qui si incontra un protagonista che dice IO col nome di Carlino. Solo una coincidenza. Peccato che la parte centrale del romanzo sia quasi totalmente occupata da episodi di iniziazione al sesso ed alla droga, solita esca per lettori di basso livello, e che tutta la sezione americana ( le ultime 100 pagine più o meno ) sfiori il ridicolo trasformando un ambizioso bildungsroman in un romanzone rosa per adolescenti sognatori e uomini mai cresciuti ed altrettanto illusi. Tutto il libro è caratterizzato del resto da una latente ma costante misoginia. Basti pensare che tutti i personaggi femminili attivi ( anziane escluse ) accettano di buon grado il ruolo di concubine a cui vengono relegate dal Don Giovanni meridionale protagonista. Quanto ai luoghi, stendiamo un velo pietoso soprattutto per quanto riguarda l’immagine estremamente convenzionale e cinematografica ( film di bassa lega ovviamente )che viene fornita degli Stati Uniti. Senza perifrasi, un libro insulso.
Libro stupendo! L’analisi di una generazione, inoltre scritto in modo semplice, si legge con il sorriso sulle labbra. Chiunque sia nato negli anni 60 ci si ritrova. Bravo Cappelli, consigliatissimo luisa
Semplicemente sublime, sia la storia che lo stile. Meno male che qualche scrittore italiano sia capace di scrivere lunghi periodi con un pò di frasi subordinate e concatenate fra loro in maniera corretta, consequenziale ma pur sempre essenziale come ci avevano insegnato a scuola. Oggi invece si scrivono frasi di massimo dieci parole e poi il punto e a capo. E guai usare i condizionali o altri tempi misteriosi. D’altra parte purtroppo è solo così che i libri spiccano il Volo nelle classifiche di Natale.
Stupendo, per me il miglior libro di Cappelli