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Grande libro sulla triste realta’ del reality show che pompa illusioni senza una possibilita’ effettiva di diventare qualcuno. Il libro, peraltro, scritto molto bene, ci fa’ sorridere e ci intenerisce. Il protagonista e’ un ex gieffino in piena crisi esistenziale e professionale che vuole tornare nella casa del grande fratello e non si vuole arrendere, invece, alla sua situazione reale. Permeato da una forte ironia il finale, tuttavia, lascia l’amaro in bocca. Bisogna davvero abbandonare la propria dignita’ per diventare una star televisiva? Probabilmente, la vita pero’ conserva emozioni più sincere.
Non più solo il sonno della ragione, ma ora più che mai la TV dei reality genera mostri e dopo averli creati, strizzati, consumati li getta via per sostituirli con altri nuovi. E’ quello che accade al protagonista Nicola, vincitore di un’edizione del GF, alla disperata ricerca di una fama che si è dissolta da tempo. A tirare le fila di questi ragazzotti infatuati di un successo di plastica si distingue tutto il generone di presentatori, talent scout, agenti che si rivelano ancor più cinici e odiosi di chi pur di ritornare sul piccolo schermo non esita a compiere azioni di una bassezza rivoltante. Il merito di Duchesne è aver tratteggiato con spietata verità questo mondo che è poi nutrito da un pubblico dalla moralità pari a quella dei Romani che godevano dei cristiani dilaniati al circo. Anche in questo terzo romanzo va lodata la maturità stilistica del giovane autore, sempre più sicuro nella struttura delle sue trame. Un punto sotto il massimo perché il finale che vede una bambina di sette anni aggirarsi per Milano per trovare il protagonista è poco credibile.
La storia rende dalle prime righe, si fa seguire attaccati alla pagina. La dura denuncia si veste da umorismo o da docu - realtà. La scrittura, e la struttura sono ben curate, e la psicologia dei personaggi mi ha convinta. bravo, finalmente un autore italiano da seguire.
Un libro due anime. Una prima spensierata, paradossale, esilarante, iperbolica in cui si racconta la vita (ascesa e rapida discesa) del protagonista Nicola Presci e del suo glitterato, stupido ed effimero mondo che lo circonda e da cui lui non vuole staccarsi. Memorabili i dialoghi con Tiziano Ferro e Rosy Bindi. Poi, improvvisamente, entra in scena la seconda anima del libro, un Mr. Hide che entra a gamba tesa e che ci spiazza per la crudità e per il realismo che ci sbatte in faccia qualcosa a cui non eravamo pronti e che forse non volevamo affrontare acquistando questo libro. Tuttavia anche questa parte è scritta bene e anche se il linguaggio è un po’ acerbo, l’autore ci trasmette bene le ansie e le sofferenze del protagonista. Tuttavia le due anime del libro appaiono troppo slegate nei contenuti e si ha la sensazione che manchi un filo d’unione che possa alla fine cucire tutto insieme. Così però non è e rimane la sensazione di aver fatto una doccia scozzese: calda prima e gelida alla fine.