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Perché non sono cristiano

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Titolo: <strong>Perché non sono cristiano</strong></br></br>
Autore: <strong>Bertrand Russell</strong></br></br>
Editore: <strong>Longanesi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2006</strong></br></br>
EAN: <strong>9788830423480</strong></br></br>

<p>Il cristianesimo pervade la società occidentale da così tanto tempo, e in maniera così invasiva, che le opinioni su di esso e sul suo ruolo ricoprono l'intero spettro delle possibilità: dalla constatazione di Sören Kierkegaard che 'non possiamo essere cristiani', per l'impossibilità di vivere un autentico rapporto personale con Gesù, all'affermazione di Benedetto Croce che 'non possiamo non dirci cristiani', per il ruolo che la fede e la Chiesa hanno avuto nella formazione della nostra cultura, al pronunciamento di Marcello Pera che 'dobbiamo dirci cristiani', perché la laicità e la democrazia non sarebbero (state) possibili al di fuori della tradizione evangelica. Evidentemente, e nonostante le loro differenze reciproche, gli esistenzialisti, gli idealisti e gli apostati hanno almeno un aspetto in comune: la mania di elevare le proprie opinioni personali al rango di verità universali. I logici sono più modesti, come dimostra fin dal titolo "Perché non sono cristiano" di Bertrand Russell: una memorabile raccolta di una dozzina di saggi scritti tra il 1925 e il 1954 (a parte una curiosità filosofica del 1899), in cui egli dice la sua su tutti gli aspetti della religione in generale, e del cristianesimo in particolare. (...)" (dall'introduzione di Piergiorgio Odifreddi)</p>
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Follower: 102.2 mln, seguiti: 370, post: 1,822 - Guarda le foto e i video di Instagram di <strong>Cristiano Ronaldo</strong> (@<strong>cristiano</strong>)<br/>Libro di Livio Fanzaga, Saverio Gaeta, <strong>Perché</strong> sono <strong>cristiano</strong> - Da Medjugorie a Radio Maria, dell'editore Piemme, collana Bestseller. Percorso di lettura del libro <br/>Cosa vuol dire CR7? <strong>Cristiano Ronaldo</strong>, attaccante che milita nel Real Madrid dal 2009, è considerato uno dei giocatori più forti del mondo. Infatti, in ambito <br/><strong>Perché</strong> sono ancora <strong>cristiano</strong>-<strong>Perché</strong> sono ancora nella Chiesa è un libro di Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) , Hans U. von Balthasar pubblicato da Queriniana nella <br/>Libro di Pelagio, Cristianesimo o ricchezza - <strong>Perché</strong> un <strong>cristiano</strong> può essere ricco, dell'editore Castelvecchi, collana Eliche. Percorso di lettura del libro <br/><strong>perché</strong> sei <strong>cristiano</strong>. prima proposta di fede agli adulti per vivere consapevolmente le scelte del battesimo e della cresima. m. costa - r. giordano<br/><strong>Perché</strong> la politica attuale, sostenuta dalla chiesa attuale, con a capo l’attuale vescovo di roma, ci sta predisponendo alla “pacifica” totale
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Sebbene i vari capitoli, come aveva osservato il professor Odifreddi, siano molto diversi (e spesso slegati) l’uno dall’altro, “Perché non sono cristiano” è un libro accattivante. Molto divertenti il dialogo fra Russell e padre Copleston e l’appendice di Paul Edwards. Riporto qui alcune frasi dell’autore: 1) E’ lusinghiero supporre che l’universo sia regolato da un Essere che ha i nostri stessi gusti e pregiudizi. 2) La via retta è quella ispirata dall’amore e guidata dalla conoscenza. 3) Anche se le finestre spalancate della scienza al primo momento ci fanno rabbrividire, abituati come siamo al confortevole tepore casalingo dei miti tradizionali, alla fine l’aria fresca ci rinvigorirà. 4) Il mondo non ha bisogno di dogmi, ha bisogno di libera ricerca.

E’ filosofia, e a me la filosofia non piace. Ma è una raccolta di scritti chiari, che ti fanno voler bene a questo grande uomo eclettico e scomodissimo. Condivido in pieno le sue posizioni , ma questo è secondario, e apprezzo soprattutto come riesca, a fronte di argomenti tanto elevati, a portare spesso la discussione sul piano pratico e quotidiano.

In uno degli articoli Russell riprende i tradizionali argomenti a sostegno dell’esistenza di Dio e li smonta uno per uno, in maniera molto pacata e lucida, come è tipico del suo stile. Se qualcuno, infatti, cercasse nelle parole di Bertrand Russell la benzina per incendiare la sua furia teoclastica non troverebbe granché: Russell non è Nietzsche, non scrive con animo gonfio di passione, ma è molto britannico nel suo ragionare. Si ha sempre l’impressione di avere a che fare con uno spirito fermo nella sua condanna del cristianesimo, ma mai inutilmente esacerbato. In realtà io mi sono lasciato da tempo alle spalle qualsiasi discussione sull’esistenza di Dio: non credo che esista, non regolo la mia vita su un concetto elaborato dalla mente umana e, al limite, mi stupisco che ci sia gente che creda a quelle che, per me, sono vere e proprie assurdità. Ma riconosco a ciascuno la libertà di credere in ciò che vuole e di aggrapparsi a qualsiasi consolazione ritenga necessaria per sopravvivere. La parte, invece, che trovo più interessante dei vari capitoli del testo di Russell è quella politica, che analizza gli effetti della religione sulla vita sociale e sull’etica, quando questa si fonda, con pretesa universalistica, su una religione che si suppone (e si impone) condivisa dagli appartenenti a un certo corpo sociale. La «fede» di alcuni, quando si pretende valida per tutti, genera inevitabilmente potere e crea strutture di potere: «Non appena le asserzioni di una determinata persona - scrive Russell - divengono verità assolute, c’è tutta una schiera di esperti che, infallibilmente, diventano potenti perché dicono di possedere la chiave della verità, e, come tutte le caste privilegiate, sfruttano il potere a proprio vantaggio. Siccome, poi, il loro compito è la diffusione della verità immutabile e assoluta, diventano necessariamente contrari a qualsiasi progresso intellettuale e morale».

Libro intenso e divertente soprattutto nell’ultima parte. Pensatore eccellente che si pone in una posizione critica con il sentimento religioso oltre che con il pensiero cristiano. Amante del sapere, uomo di ingegno si potrebbe considerare. Per ridere un po’ delle tragedie del contrasto tra i dogmatismi e le libertà del pensiero, consiglio di leggere attentamente l’Appendice di Paul Edwards che fa immaginare quanto il voler limitare la libertà sia illogico ma possibile. E’ più facile parlare in nome di Dio che parlare in nome proprio!!!

Libro davvero spettacolare, da spedire in tutte le scuole e da far leggere ai bambini,a i ragazzi e agli adulti. Comunque Russel era agnostico, non ateo.