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Avendo un familiare con questa patologia ben mi sono riconosciuta in molti punti della narrazione. Il libro è fantastico, mi sono ritrovata a ridere fino alle lacrime con la rappresentazione di San Gennaro,degna del teatro di Scarpetta, e mi sono commossa più volte quando respiravo la sofferenza di chi ha perso una persona cara che ancora vive ma in un’altra dimensione. Chi non ha provato ciò che si sente a non essere riconosciuti dai propri genitori può facilmente incorrere nell’errore di guardare il dito che indica la luna.
Ho veramente faticato a terminare questo libro che sembra formato da due diverse storie: da una parte c’è una narrazione leggera e a tutti i costi umoristica (a volte in maniera sgradevole e fuori luogo) e dall’altra un racconto introspettivo spesso piacevole da leggere. Paradossalmente l’unico elemento in comune tra le «due storie» è l’Alzheimer della mamma del protagonista attorno al quale ruota una famiglia che è solo una macchietta utile a sciorinare luoghi più o meno comuni su Napoli e non solo.
Un libro molto particolare, l’autore con delicatezza d’animo soprattutto, coadiuvata da sensibilità, amore assoluto verso la madre, un pizzico di teatralità(il libro è ambientato a Napoli) e tanta passione, ci narra le vicissitudini di una donna(sua mamma) che scopre di essere affetta dal morbo di Alzheimer e tutte le vicissitudini varie che affrontano sia lei che i suoi familiari. La trama: come dicevo in apertura la storia si sviluppa a Napoli, l’io narrante riceve una telefonata da un suo amico che le dice di aver visto sua mamma alla stazione in stato confusionale. Inizia così il calvario di questa donna e dei suoi familiari, ottimamente descritti i componenti della famiglia della malata, non solo da un punto di vista fisico e comportamentale, ma soprattutto vengono ben delineate le peculiarità e le caratteristiche del linguaggio e del target sociale che rappresentano(c’è il ragazzo 18enne, figlio dell’io narrante che è un giornalista, iper tecnologico e campione sportivo, fidanzato con un’adolescente spagnola ipersensibile c’è la donna del Nord Italia, moglie del protagonista, molto pratica e determinata c’è Rinaldo, fratello del protagonista, apparentemente un sognatore, freddo e distaccato e altri personaggi ancora) . Si spazia in diverse stati d’animo in queste pagine, passando dal tragico al grottesco e quello che mi ha colpito di più in questo romanzo è l’analisi meditata e pensata della malattia, vissuta con l’animo di chi si sente straziato e impotente nei confronti di persone care che vorrebbe aiutare e che invece deve vedere peggiorare gradualmente.