|
Non mi trovo affatto d’accordo con le altre opinioni. Ho letto l’ultimo libro di Gianni Simoni sperando mantenesse lo stile dei romanzi pubblicati precedentemente,ma sono rimasta alquanto delusa. Lo stile lascia un pò a desiderare,la scrittura è a tratti rozza, rude e sboccata (si può dire che sembra una specie di romanzo erotico in alcuni passi) L’ambientazione di Milano non c’entra assolutamente nulla con la mia opinione riguardo a questo libro, nonostante io sia nativa di Brescia.La risoluzione dei casi è lasciata al «destino» e non ad una ricerca giusta. Lo stratagemma di inserire un omicidio alla fine del romanzo non aiuta, anzi lo sminuisce ancora di più… Se questo è il nuovo volto del poliziesco in Italia, preferisco quello vecchio…
Libro che può risultare piacevole a chi conosce Milano ed i luoghi descritti. Altrimenti la trama è assolutamente non avvincente. Il personaggio è quanto di più negativo si possa cercare: frustrato sia nella vita privata che lavorativa. Solamente lui si considera diverso, inferiore e, presuntuosamente ed erroneamente, pensa che anche gli altri lo reputino tale. Uno così fa fatica a farsi accettare dai colleghi, dalle donnee ….. dai lettori
Premetto che ho letto tutti i libri di Simoni ed è un autore che apprezzo molto. Questa nuova serie inizia con una presentazione del protagonista, che certo conosceremo meglio nei prossimi libri, ma l’ambiente psicologico non è dissimile dagli altri: il commissario Pepe ricorda Miceli, l’aria «di Questura» è sempre la stessa… Originale la «diversità» di Lucchesi, vittima di un razzismo che in fondo è più nella sua testa che in quella degli altri, a ben vedere «solo» affetti dai soliti pregiudizi stupidi e superficiali che fanno tanto male senza una vera volontà di ferire (anche se purtroppo il risultato è lo stesso). Ma è lui, Lucchesi, che non riesce a superare la sua diversità e la vive con rabbia e dolore, riconducendo ad essa tutto quello, di buono o di cattivo, che gli capita e certo in futuro capiremo meglio le sue ragioni. Interessanti le sue donne, tutte fin troppo disinvolte, disinibite e quasi aggressive (sarà anche qui perchè è nero?). Dal punto di vista dell’intreccio propriamente giallo, non c’è una particolare tensione o suspense, ma in questo tipo di libri conta di più l’atmosfera e la caratterizzazione dei personaggi che la vicenda vera e propria. E per me, che amo Milano, l’ambientazione precisa e accurata è un plusvalore aggiunto. Un ottimo libro dunque,con un nuovo protagonista che si fa amare da subito e nuovi comprimari interessanti e simpatici… benvenuto, Lucchesi, e a presto.
Buon libro consigliato per chi ama i gialli descrittivi con poca azione. Nuovo ispettore e svolgimento a Milano anzichè Brescia, per chi conosce già Gianni Simoni, che ha lasciato speriamo solo momentaneamente la precedente coppia Petri & Miceli. In questo libro la trama è suddivisa tra due inchieste e il racconto della vita del nuovo ispettore. Unico appunto, secondo me, Simoni ha calcato troppo, sul fatto che l’ispettore Lucchesi per essendo italiano è nero e pertanto buona parte dei colleghi, superiori e personaggi vari passono per presunti razzisti, donne escluse, che invece ne subiscono il fascino. Comunque pur non essendo il migliore, per me, dello scrittore per chi piace il genere è sicuramente consigliato.