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Questo romanzo mi ha intrigato molto, una volta tanto un giallo storico tutto MADE IN ITALY. Ho apprezzato parecchio l’utilizzo preciso di alcuni vocaboli un po’ in disuso. Letto con piacere ed in poco tempo.
Ho finito di leggere questo libro pochi giorni fa ed ho aspettato a recensirlo perché fino ad oggi ero indeciso se mi fosse piaciuto o meno, quindi non sapevo se promuoverlo o bocciarlo. Perché diciamocela tutta: questo racconto o si ama o si odia. E’ impossibile trovare una via di mezzo. Io protendo per la prima parte e spiego anche il motivo: storia lenta, nessun colpo di scena, monotonia totale, intreccio debole, conclusione più che scontata con l’assassino che non ha né capo né coda. Tutto fumo e niente arrosto. Ciò succede quando questo genere di libri e di scrittori vengono pompati con mesi d’anticipo: tv, radio, giornali ne parlano . E’ chiaro poi che quando si presenta «Pietra è il mio nome» comparandolo ad autori stranieri straordinari, non può che deludere. Voto: 2/5
La cosa che più mi è piaciuta del libro è la copertina ne sono rimasto incantato. Non altrettanto si può dire del romanzo che trovo scontato, come giallo, e banale come lavoro storico. Vabbè, un consiglio mi sento di darlo: guardatevi e riguardatevi l’immagine di copertina, sono convinto che possa bastare…
Non conoscevo questo autore, il libro mi è stato imprestato da un’amica. Appena ho scoperto che era ambientato a Genova, la mia città, me ne sono innamorata.Le descrizioni storiche sono precise ti sembra veramente di camminare nei «carruggi» del 1600 con Pietra, le parole scelte con cura e la storia accattivante. Ora sono pronta a leggere gli altri libri di Beccati. Lo consiglio a tutti, genovesi e «foresti».