|
E’ il primo libro che leggo dell’autore. Sicuramente gli argomenti trattati non sono nelle mie corde,ma ho trovato la lettura piacevole, interessante e scorrevole. Un libro di una grande tristezza,che esprime il disagio non solo di un uomo ma anche di una società che quarant’anni dopo non mi sembra poi molto migliorata. Ne leggerò altri dell’autore.Una bella scoperta.
Dopo una lunghissima «pausa» dalla lettura ho ritrovato finalmente la voglia e l’emozione di leggere uno dei miei amati libri! E quale miglior modo per uscire da questo «blocco del lettore» se non con il buon vecchio Hank? Come un amico dimenticato da tempo ho ritrovato Charles seduto ad un tavolo con la sua bottiglia di vino e la voglia irrefrenabile di raccontare pezzi di vita e di anima. Sempre più crudo e vero non posso far altro che continuare a cercare ogni tassello di questa avventura insieme a Buk! Avventura che infine si chiama vita.
Inutile negare la portata -e il valore- della denuncia che questo romanzo muove verso un lavoro sempre più alienante e verso una società schiava e obbediente. Premesso ciò, a me questo romanzo è parso veramente tedioso e noioso. Una sbaglio, paragonato ad un capolavoro quale «Panino al prosciutto». Non comprendo, a questo punto, come si possa dire che sia divertente. Tragicomico lo posso anche accettare, ma NON è divertente. Onestamente deluso da un Bukowski che m’aveva conquistato con il già nominato «Panino al prosciutto».
Pensare che Bukowski sia ripetitivo,volgare e rozzo e di conseguenza non un degno scrittore,a mio giudizio mal interpreta il suo pensiero….descrive l’altra faccia della medaglia del tanto aspirato «sogno americano»…..scrivendo in maniera accessibile a tutti.. Buon divertimento con Post Office..