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Ho ascoltato all’ultimo Festival della Letteratura di Mantova Shalom Auslander: già dalla capigliatura e dalla sua presentazione, capisci che non è poi uno come la maggior parte degli scrittori si pensa che sia. Irriverente è dir poco: qui riesce a prendersi gioco di un mito della Shoah come Anne Frank, mettendola -vecchia e malata- nella soffitta di una casa di campagna che vene acquistata da Solomon Klugel, in fuga dalla città. Kugel è oppresso dalla madre, sopravvissuta all’Olocausto immaginaria, che ha preso con sè in casa, assieme alla moglie e a Jonah, figlio di tre anni. Kugel, fra le varie bizzarrie, ne ha una particolare: riporta su un quadernetto le ultime frasi prima della morte di personaggi famosi. Nella soffitta di questa casa Kugel scopre niente meno che Anne Frank, che non è mai morta a Bergen Belsen, ma si è salvata: ora è vecchia e malata, ma vuole ancora scrivere un secondo libro dopo il suo famoso diario. E qui cominciano le disgrazie per Kugel, in un susseguirsi che partono da un sassolino e si trasformano in valanga. Tutto surreale, ma scritto bene, nella scia dei grandi scrittori ebrei americani.
Ogni romanzo che tratti la scoperta della vita da parte di un ragazzo viene rimandato a Salinger, qualsiasi storia con più di quattro parenti ed a finale triste aspira ad un paragone con l’unicità della infelicità familiare, se una protagonista giapponese si ribella probabile si rimandi alle Memorie di una geisha, qui Auslander consapevole di non potersi tirar fuori dall’essere considerato su fascette e recensioni un nipote di Philip Roth ed emulo di Woody Allen nel genere ironico/giudaico autodenigratorio, omaggia il primo citandolo in un paio di conversazioni circa Brooklyn. Assolutamente disperato ed allo stesso tempo di umorismo brillante, in costante alternarsi tra piccole tragedie di famiglia ed enormi drammi collettivi, ci ricorda come alle volte le cose di casa si trasformino fino a proporzioni ingestibili concedendosi viceversa, con talento, di barzellettare sui conclamati orrori della storia.