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Questo libro secondo me è molto bello e racconta molto bene decenni di vita in Iran, quasi fino ai nostri giorni. La parte più interessante e inaspettata è il marito della protagonista, molto più aperto rispetto a tanti uomini iraniani, ma che alla fine causa tantissimi problemi alla moglie a causa delle sue attività politiche. Il libro purtroppo non lascia molte speranze, sembra che le nuove generazioni non siano molto meglio delle vecchie, sempre e comunque attaccate al concetto di «onore». Senz’altro consigliato.
Me lo ha prestato nicoletta, per tanto tempo l’ho lasciato sullo scaffale per paura che fosse un libro troppo sofferente. Pochi giorni fa ho deciso di leggerlo. La vita di una donna che deve confrontarsi con la precarietà politica di un paese geneticamente indifferente alla democrazia, qualunque sia il governo in corso. Una guerra infinita e una lotta per la sopravvivenza che è di Masumeh e di tante altre donne iraniane. Chissà perché credevo ci fosse qualcosa di autobiografico in questo romanzo, invece cercando notizie on-line, trovo un’intervista del 2010 rilasciata a Roma da Parinoush (autrice e psicologa) che presenta il libro come esito di uno studio socio psicologico, condotto su tante donne iraniane che si sono dovute confrontare con la guerra, la precarietà politica e la solitudine. Dal romanzo viene fuori una archetipo di donna concreta, soprattutto una madre pratica e determinata, per nulla indifferente al dolore, ma in grado di rialzarsi dopo ogni grave caduta. Tutto il libro è una sinusoide, un cadere e riprendere quota lo stesso moto oscillatorio segue la sofferenza empatica del lettore verso la protagonista. Perché la scrittura di Parinoush cattura e si finisce con il patire insieme alla sua protagonista. Non mi meraviglio che i governi iraniani lo considerino testo non gradito, tutti i governi descritti fanno le pessime figure che si meritano.
Gran bel romanzo,da leggere.Da leggere perché è la storia di una grande donna,perchè ci porta in Iran nel periodo che va da prima a dopo la rivoluzione del 1978,perchè ci fa scoprire che gli ideali,i sentimenti,le aspirazioni delle donne non hanno barriere culturali e religiose,perchè…Perché seguire la vicenda umana di Masum,la protagonista, appassiona,commuove,indigna,scuote la sensibilità di chi legge. Una donna che non si arrende mai di fronte al destino che le impone strade difficili da percorrere in nome dei preguidizi di una cultura e di una religione che pongono la donna nel gradino più basso della società. Eppure Masum con la sua straordinaria intelligenza e caparbietà riuscirà a sconfiggere questi pregiudizi,riuscirà a studiare,ad avere un lavoro gratificante,il rispetto del marito e dei figli e a ritrovare persino l’amore perduto della sua giovinezza.E qui arriva la delusione più grande,quella che lascia l’amaro in bocca per quello che avrebbe dovuto e potuto essere e non sarà mai. Un libro che resta dentro,indimenticabile.
Ho un po’ di amaro in bocca, caspita quei tre figli avrei voluto prenderli a sberle alla fine! Mi sentivo montare dentro una rabbia per questa donna magnifica che ha sacrificato se stessa e… lascio a voi scoprire il motivo della mia reazione. Libro consigliato!