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Rudolph Bultmann. Il teologo del Dio non oggettivabile

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Titolo: <strong>Rudolph Bultmann. Il teologo del Dio non oggettivabile</strong></br></br>
Autore: <strong>Sergio Ronchi</strong></br></br>
Editore: <strong>Claudiana</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2005</strong></br></br>
EAN: <strong>9788870165586</strong></br></br>

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Questo scritto rappresenta una tappa importante della riflessione teologica italiana sul cristianesimo inteso non come insieme di dogmi necessariamente derivati dalla Scrittura ma quale prodotto storico della Fede nell’incontro tra mito e Rivelazione. Bultmann, con il suo preziosissimo studio esegetico, ha contribuito in maniera significativa al processo di analisi circa l’oggetto della Fede espresso dal Canone neotestamentario. Se la Riforma intende ricostruire la concezione della Chiesa delle origini mediante lo studio del Vangelo, Bultmann compie l’ultimo passo demitizzando le espressioni enfatiche usate dai primi Testimoni di fede in Cristo, al fine di capire quale sia il pensiero sottostante di questi teologi al «netto» dell’iperbole magnificante . Tale procedimento, condotto da Bultmann in decenni di studi e di scritti , viene ora esposto a sistema dall’Autore Sergio Ronchi in questo libro della Claudiana. Il lettore potrà beneficiare della lettura di questo volumetto come occasione di chiarimento della propria fede con riferimento all’effettivo messaggio del Nuovo Testamento. Sconsiglio questo saggio, invece,a quei credenti che , cattolici o protestanti, non vogliano essere destabilizzati da analisi che mettono in discussione radicalmente la concezione del Vangelo quale documento storico sulla vita e dei detti di Gesù. Bultmann, per il quale il Gesù storico non è conoscibile mediante il N.T., identifica il Vangelo con l’annuncio di Grazia «forense» contenuto soprattutto nella Lettera ai Romani , nelle due Corinzi e in Galati mentre ogni riferimento alla Legge e a condotte etiche viene da lui reputato come non kerigmatico e non salvifico ma determinato dalla influenza della Sinagoga sugli Scrittori della Parola. La tesi portante è quella che non esiste un’etica cristiana, neppure quella dell’amore.