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FAVOLOSO!!!!!!DI SOLITO I ROMANZI CHE IN QUALCHE MODO SONO DEDICATI ALLA GUERRA LI DETESTO, QUESTO RACCONTO AL CONTRARIO MI HA SORPRESA, L’HO LETTO IN 24 ORE!LO CONSIGLIO COL CUORE!
Salvato dal nemico è il miglior libro che ho letto quest’anno! Merita molta attenzione: è stupendo e offre una strana malinconia.
Ho trovato il libro di Chiaberge interessante, ma troppo denso di idee, poco adatto ad una lettura oziosa… La Storia è trattata attraverso la finzione narrativa, ma è difficile farlo quando sono trascorsi solo (!) 60 anni dagli eventi narrati e molte persone sono ancora vive e soffrono in silenzio per quei dolorosi eventi. Ho provato a leggere diversi libri sul tema della Resistenza, forse Salvato dal nemico è migliore delle troppe pagine che l’ultimo Pansa ha dedicato all’argomento. Alla fine anche una lettrice oziosa, come la sottoscritta, ha trovato nel libro di Chiaberge spunti particolari. Soprattutto mi è piaciuto il modo in cui l’autore descrive le donne.
Il libro di Riccardo Chiaberge, Salvato dal nemico, ha due storie: una prima, molto garbata e convincente che racconta una piccola ma intensa storia d’amore tra Ettore e Brigitte, un giornalista dei nostri giorni e una sua collega tedesca. L’altra vicenda si snoda nel 1944, in un paese nei pressi di Torino un paese dal nome letterario “Cunassa”, ma che è in realtà Cumiana. Riccardo Chiaberge ci accompagna tra spazi e personaggi che evocano in maniera brillante gli anni della guerra, grazie ad una meticolosa ricostruzione di quel passato. Al lettore sovvengono autori cari, poiché in questo romanzo, Salvato dal nemico, lo stile è simile a quello di Beppe Fenoglio e gli scenari ricordano quelli descritti da Pavese nel romanzo La casa in collina. Il riferimento a quest’ultimo lavoro di Pavese, si spiega nella capacità di Chiaberge di intrecciare i destini più diversi (quello del padre e della feroce SS, ad esempio), cercando di presentare un bilancio della propria essenza esistenziale. In Salvato dal nemico, la prima vicenda è un pretesto per mostrare gli episodi della Seconda guerra mondiale che devastarono l’Italia, insanguinandola durante la lotta partigiana. Riccardo Chiaberge riflette sulla grande storia, cercando di comprendere cosa accadde in Italia dopo la fine dell’armistizio dell’8 settembre 1943 per questa ragione s’immerge in una microstoria, avvenuta il 3 aprile 1944, quando a “Cunassa” furono uccise 51 persone innocenti. Si scopre che il protagonista del libro, il giornalista che indaga sulle vicende del 1944, è nato per un mancato colpo di pistola. Insomma, chi è nato durante la Seconda guerra mondiale si può definire un sopravvissuto. Il libro di Chiaberge non contiene solo questa storia, ma è un intrigante e intelligente à rebours nella memoria storica del Novecento. Ci mette di fronte al nostro destino la memoria è tra le cose più soggettive che abbiamo, occorre sensibilità per ascoltarla.