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Chi non apprezza questo libro non ha vissuto abbastanza da capire il senso della vita. Soprattutto la crudezza della vita che si confronta sempre con la morte e la perdita delle persone care. E’ il Mankell che poi scriverà il magnifico SABBIE MOBILI il Mankell maturo con uno sguardo cinico ma appassionato alle vicende umane che ci sorprendono sempre anche quando si da per scontato che niente più ci sorprenderà, che tutto è stato vissuto e niente potrà mutare la vita intorno alla quale abbiamo costruito dei muri che crediamo invalicabili. Ma i muri spesso crollano per colpa dell’amore, anche se un amore antico ormai irrecuperabile che arriva sul ghiaccio sostenendosi con un deambulatore. Il resto è la bella storia di un uomo che smette di non vivere per donarsi agli altri.
Mi hanno convinta a leggerlo, spacciandomelo per un romanzo interessantissimo. Al contrario, io non ho mai letto un romanzo più noioso. Lento, scontato, prevedibile, banale: una storia che potrebbe interessare, nel loro parlar-di-niente, borghesucce signore da salotto, senza un brivido di esistenza da decenni e che si ammalano di Vita appena mettono il respiro oltre la porta di casa. Neppure il modo di scrivere dell’autore si salva: pedante, noioso, elementare. Solo un personaggio voglio salvare: il creatore di scarpe. Almeno un poco di passione non opportunistica in lui si intravede. Questo però non può giustificare un voto oltre l’uno, neppure con la migliore volontà.
Molto bello. Una storia poetica e personaggi intensi che si muovono su sfondi particolari. Non è un giallo, a differenza del solito Mankell, ma sua è l’atmosfera e la capacità introspettiva. Lo consiglio vivamente.
sono d’accordo con tutte le recensioni precedenti di cui non ripeto i commenti. Aggiungo soltanto che l’unico pregio di questo libro è quello di essere molto ben scritto, e questa è l’unica cosa che permette di leggerlo fino alla fine. Per il resto è una storia inconcludente, senza troppo senso e in cui non si arriva mai a un ‘dunque’. Peccato.