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Se la casa è vuota

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Titolo: <strong>Se la casa è vuota</strong></br></br>
Autore: <strong>Isabella Bossi Fedrigotti</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2011</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850226313</strong></br></br>

<p>Per Isabella Bossi Fedrigotti la scrittura è sempre stata una "scorciatoia segreta" per indagare a fondo i legami familiari, svelando le tensioni e i veleni ipocritamente nascosti in molti inferni domestici. In questo libro, la sua scorciatoia segreta l'ha condotta ancora più in fondo, lì dove abitualmente regna il silenzio dell'incomprensione e del dolore. L'ha portata a raccontare storie di figli dimenticati e lasciati soli da genitori fragili, frustrati o semplicemente egoisti. La sua attenta compassione, decantata in uno stile teso e implacabile, ci inchioda commossi al racconto di queste piccole vite difficili segnate dalla solitudine: Lorenzo - con i suoi "non voglio" gridati e le sue instancabili domande - che, sconfitto e domato, finisce con lo spegnere la sua energia e la sua curiosità diventando un adolescente silenzioso, assente e indifferente. Annalisa, intoccabile e irraggiungibile, innamorata del suo corpo senza carne. Paolina, bambina soave che finisce a vivere per strada, infagottata, sporca e arrabbiata. Pietro, che scappa continuamente di casa per sottrarsi alla triste giostra della famiglia allargata. Francesco e la sua trascinante vitalità prosciugata da videogiochi e film porno. L'autrice osserva il modo in cui sono cambiate oggi le famiglie, leggendo i problemi, i disagi e le sofferenze sotto il segno della mancanza di affetto, pazienza e attenzione, e riversando il tutto in purissima narrazione.</p>
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I primi anni di vita sono cruciali per ogni infante, perché in quel periodo si viene ad avviare la formazione della personalità, a cui contribuiscono in modo determinante i genitori con l’educazione e la cura dei piccoli però non è che l’inizio e anno dopo anno, fino più o meno alla maturità, si sviluppa quello che sarà l’uomo di domani, con i suoi pregi e con i suoi difetti, in parte innati, in parte dovuti alle attenzioni e agli insegnamenti ricevuti. E’ quindi evidente che la famiglia riveste un ruolo primario tanto che nel nostro diritto ci sono tutta una serie di norme a tutela del minore. Non è certo facile per un genitore educare, ma è un dovere a cui dovrebbe di buon grado assoggettarsi in quanto il futuro del figlio e/o o della figlia dipende molto dalla passione, dall’entusiasmo, dall’esempio con cui si allevano e, a parte i casi particolari di individui che nascono con determinate caratteristiche che li rendono insensibili a qualsiasi forma di istruzione, è certo che l’uomo di domani è anche il frutto di questa quotidiana e attenta attività.Il troppo amore o il troppo poco amore, il cattivo esempio finiscono così con l’incidere profondamente questa personalità in formazione, con reazioni a volte anche violente che il genitore per lo più si rifiuta di comprendere.Questo tema della famiglia e dell’allevamento dei figli deve essere particolarmente sentito da Isabella Bossi Fedrigotti, tanto che ha pensato di scrivere un libro, in pratica sei storie di bambini che, per un motivo o per l’altro, non hanno avuto un’infanzia equilibrata e felice, al punto da marcare indelebilmente le loro vite. In verità le vicende sono sette, perché all’inizio c’è anche quella personale dell’autrice, una sorta di confessione, il tentativo di liberarsi da un peso che trascinava fin dalla più tenera età. La lettura è ovviamente consigliata.

La scrittrice in questo testo, con una delicatezza ed una profondità encomiabili, evidenzia le storie e soprattutto la crescita sia psicologica che corporale di 6 ragazzi apparentemente diversissimi uno dall’altro/a, invece accomunati tutti da un unico desiderio: la paura di restare da soli e quindi scelte conseguenti a questi timori. Poi è subito chiara la differenza tra le famiglie di qualche decennio fa e quelle di adesso magari prima lo spazio, e la voglia , di ospitare in casa zii,nonni etc era più comune, adesso non è per niente così. Un altro msg chiaro che arriva dal testo è che non sia proprio idilliaco lasciare da soli in casa ragazzini di 10 ,11 anni per troppo tempo a tal proposito una delle 6 storie, quella di Francesco, parla proprio di questo tema. Francesco adolescente con una voglia di vivere pazzesca, che è il vanto di mamma e papà, che sa commuoversi per un bimbo che chiede l’elemosina e allo stesso tempo non si tira indietro di un millimetro se c’è da aiutare i genitori in lavori domestici pesanti, Francesco che fa sport e che è un campione di judo, Francesco che è adorato dalal sorellina a cui concede attenzioni e coccole, i genitori di Francesco(molto in gamba) che pensano: vabbeh non sarà un genio a scuola ma è la voglia di vivere fatta persona e a noi va bene così. Incredibilmente anche un ragazzo del genere, cresciuto da genitori non ansiosi e apprensivi finisce in un buco nero… Francesco non è più capace di staccarsi dal cmp, sia per quanto riguarda giochini di ruolo(quelli di guerra) che spezzoni di film porno. Queste cose lo svuotano e gli tolgono tutta la sua frenesia, d’altronde un ragazzo non ha i mezzi psicologici per fare fronte a valanghe di input che gl arrivano così, gratis, a portata di clic. Questo è un monito importantissimo da tenere in assoluta considerazione. Molto toccanti anche le storie di Lorenzo, e i suoi urlati e disperati «Non voglio» e di Paolina che finisce a a vivere per strada. Brava Fedrigotti

struggente. magistrale come sempre. sono rimasta un po’ a bocca asciutta per certe conclusioni che mi sono parse brusche. ma forse l’autrice le ha volute proprio così, dopo descrizioni particolareggiate, per evidenziare ancora di più gli effetti semplicemente tristi e definitivi della solitudine.