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Sei cose impossibili prima di colazione. Le origini evolutive delle credenze

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Titolo: <strong>Sei cose impossibili prima di colazione. Le origini evolutive delle credenze</strong></br></br>
Autore: <strong>Lewis Wolpert</strong></br></br>
Editore: <strong>Codice</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2008</strong></br></br>
EAN: <strong>9788875781071</strong></br></br>

<p>L'affresco generale del rapporto tra l'uomo e la sua millenaria storia evolutiva si arricchisce di un nuovo importante tassello. Questa volta il protagonista è uno dei più affascinanti e misteriosi tratti distintivi di Homo sapiens: perché crediamo, e siamo convinti che possa esistere un'"intelligenza superiore" che governa e indirizza le nostre vite? Perché tendiamo con facilità a credere nel sovrannaturale, nelle religioni, nella telecinesi, negli angeli, nella fortuna (o nella sfortuna) e nel destino? La risposta, per il biologo ed ex credente Lewis Wolpert, risiede nella nostra particolarissima evoluzione di specie animale, precisamente nello sviluppo dei concetti di causa ed effetto, e nel modo in cui la nostra mente è stata "geneticamente programmata". Quando hanno sviluppato la capacità di costruire strumenti e oggetti appositamente creati per ottenere uno scopo (accendere un fuoco, macinare i semi per mangiarli o cacciare gli animali), i nostri antenati hanno scoperto nel tempo di poter estendere tale tratto, unico nel regno animale, a sfide intellettuali sempre più complesse e insidiose, fino alla nascita delle religioni. La tesi di Wolpert è che una conseguenza dell'evoluzione del cervello umano è stata quella di diventare un vero e proprio "generatore di credenze", un meccanismo utile ed essenziale per la sopravvivenza della specie.</p>
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Questo libro, dal sottotitolo «Le origini evolutive delle credenze

L’argomento è affascinante, il titolo incuriosisce, una recensione di Edoardo Boncinelli sul Corriere fa sperare bene. Ma il contenuto del libro mi ha deluso: niente di nuovo e stimolante, stile poco efficace, sostanzialmente noioso. Si ha l’impressione che l’autore abbia dato alle stampe i suoi appunti, senza il necessario lavoro di organizzazione e razionalizzazione. Si ritorna sullo stesso problema in varie occasioni, senza connessioni o logica, con non rare smentite di quanto affermato la pagina prima. Verità stimolanti quasi concordemente acquisite dalla scienza sono presentate in modo scialbo, e non sono argomentate, o documentate, o commentate. Non ho imparato niente di nuovo. Ho riletto più attentamente la recensione di Boncinelli, e ho scoperto che il 90 % dello spazio è occupato da idee del recensore, il quale ai suoi validi pensieri sull’argomento aggiunge solo che il libro è ricco di una quantità di esempi ed aneddoti: troppo poco. Più critica (e più vicina alla mia opinione) la recensione di Mario Capocci su Le Scienze di Novembre 08, che torva il libro piuttosto semplicistico e poco soddisfacenti alcune argomentazioni dell’autore. A pagina 6 l’autore propone un ragionamento logico che sembra sbagliato, ma che è (sarebbe?) giusto, dimostrando così che la nostra intuizione e la nostra logica talvolta sbagliano. Alla mia venerando età certi ragionamenti mi fanno ingarbugliare il cervello, e chiedo aiuto a chi può darmelo. Ecco il ragionamento: - Nessun cibo malsano contiene colesterolo. - Alcuni cibi malsani sono cibi fritti. - Quindi: nessun cibo fritto contiene colesterolo. Io ho pensato che i cibi sani possono contenere colesterolo (come quelli malsani possono non contenerlo). Allora un cibo sano che contiene colesterolo può essere fritto, e quindi un cibo fritto può contenere colesterolo. Dunque: la conclusione del ragionamento è errata, e l’autore che la dichiara giusta è in errore. O sbaglio io? (Il mio voto resta 2 anche se a sbagliare sono io). Cordiali saluti, G Costantini

che l’idea di DIO sia innata nel cervello umano, è cosa abbastanza evidente. ottimo libro che tratta un argomento controverso profiquamente.

Come esprimere concetti banali con un profluvio di parole. Ripetitivo. Ripetitivo e ripetitivo. Non sono riuscito a trovare un solo concetto stimolante. Nell’introduzione l’autore scrive che sebbene lui consideri la religione una credenza infondata, il figlio è stato convertito da una setta fondamentalista. Ci credo bene: con un padre così pedante, il figlio si sarebbe convertito anche al culto della Mubunba pur di non sentirlo più!