Slurp. Dizionario delle lingue italiane. Lecchini, cortigiani e penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati Scarica PDF EPUB

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Slurp. Dizionario delle lingue italiane. Lecchini, cortigiani e penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati

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Titolo: <strong>Slurp. Dizionario delle lingue italiane. Lecchini, cortigiani e penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati</strong></br></br>
Autore: <strong>Marco Travaglio</strong></br></br>
Editore: <strong>Chiarelettere</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2015</strong></br></br>
EAN: <strong>9788861906358</strong></br></br>

<p>Ecco perché l'Italia non è una democrazia compiuta: questo libro ne è la prova. Marco Travaglio racconta come giornalisti e opinionisti di chiara fama (e fame) hanno beatificato la peggior classe dirigente d'Europa. Basta dar loro la parola. Cronache da Istituto Luce, commenti da Minculpop, ritratti da vite dei santi... Un esercito di adulatori in servizio permanente effettivo. Ecco un'antologia, a tratti irresistibilmente comica, di tutto quello che ha cloroformizzato l'opinione pubblica per assicurare consensi e voti a un sistema di potere politico-economico incapace, mediocre e molto spesso corrotto. A Silvio Berlusconi per cominciare, ma anche ai tanti capi e capetti del cosiddetto centrosinistra che hanno riempito i brevi intervalli tra un governo del Cavaliere e l'altro. Fino all'esplosione di saliva modello "larghe intese" per Giorgio Napolitano, Mario Monti e Matteo Renzi. Altro che giornalisti cani da guardia del potere. Il virus del "leccaculismo" è inarrestabile e con la Seconda Repubblica si è trasformato in una vera epidemia. Dalla tv alle radio ai giornali: un esercito di adulatori in ogni campo, dal calcio allo spettacolo. Questo libro propone un catalogo ragionato della "zerbinocrazia" italiota. Un dizionario dei migliori adulatori e cortigiani dei politici e degli imprenditori italioti che, a leggere i giornali e a vedere le tv, avrebbero dovuto regalarci benessere, prosperità e felicità. E invece ci hanno rovinati...</p>
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Marco Travaglio è cofondatore, editorialista e dal 3 febbraio 2015 direttore de il Fatto Quotidiano, il nuovo giornale uscito in edicola il 23 settembre 2009 diretto 
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Delizioso come sempre, anche in un opera di ricuciture da altri articoli Travaglio riesce a dire la sua su uno dei peggiori mali del mondo del giornalismo italiano, il lecchinismo, anche qui con la consueta maestria, tagliente ironia ed eleganza formale

Da leggere.. o da assistere allo spettacolo.. galleria di voltagabbana e servili .. si capisce molto di come funziona l’Italia. Direi anche che non è schierato perchè mena fendenti a destra e sinistra.

-Verba volant - è la pia illusione che accompagna giornalisti ed opinionisti che si prodighino in discorsi alati di servile adulazione verso i potenti della loro epoca. Purtroppo per loro in questo saggio si misurano con uno scrittore come Marco Travaglio che applica con la puntualità di un archivista la seconda parte della formula latina -scripta manent- Così chi avesse pensato che la propria piaggeria verso il potere potesse dissolversi come il fumus persecutionis si trova tramandato a futura memoria con data e luogo in cui abbia espresso il suo generoso contribuito all’incensazione di personaggi riconosciuti potenti. Nasce così un corposo florilegio dell’ipocrisia, divertente per la soffusa ironia che lo percorre e puntuale nello svelare le debolezze interne ad una categoria di professionisti che in altre parti del mondo continua a rappresentare il cane da guardia del potere. Sfogliamo nel saggio l’ampio repertorio dell’adulazione in cui parole mielate infiocchettano la realtà. E a chi tentasse di ascrivere la sopravvalutazione di un personaggio alla visione buonista dell’adulatore è suggerito tra le righe di tener conto del beneficio che potrebbe arrivare a chi adula dal sostegno regalato con entusiasmo al potente di turno. Non secondaria negli adulatori anche l’idea che con la propria calorosa adesione si possa spostare nella «giusta» direzione una massa di lettori ingenui che per evitare la fatica di pensare autonomamente affidi al giornalista per delega l’interpretazione della realtà. A Marco Travaglio nulla sfugge ogni opinione, raccolta con certosina pazienza, è trasformata in fatto rintracciabile nel tempo e nello spazio. Traspare anche nel saggio la speranza che uno specchio impietoso nel riflettere una certa tendenza servile possa favorire un recupero di dignità in una professione lanciata da sempre all’inseguimento della verità dei fatti.

Un ritratto preciso, circostanziato ed impietoso di alcuni giornalisti italiani: lacchè senza vergogna e senza pudore di una classe politica incompetente e corrotta sempre pronti a ‘cambiare bandiera’ secondo la convenienza del momento. Imperdibile, come tutti i libri del grande Travaglio.