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Sono comuni le cose degli amici è proprio un bel libro che consiglio a tutti. Lo stile di Nucci, il suo modo di scrivere asciutto e i suoi dialoghi mi hanno appassionato. La storia è interessante, non annoia. Il libro è scorrevole, ti cattura. Non mi meraviglia sapere che è stato uno dei finalisti del premio strega. Il suo è un romanzo che fa riflettere sui rapporti familiari.
Aver assistito al funerale di suo padre Leonardo in una chiesetta di campagna con poca gente attorno, nonostante il padre fosse in apparenza molto popolare, sprona Lorenzo a non seguire le sue orme: inondato dai ricordi, cerca di dare ora significato alla sua vita sgangherata. L’ex moglie Carolina ha tanto sofferto per lui, l’attuale ragazza Sara è fin troppo frivola, infine vorrebbe tanto rincontrare Marco, il suo amico fin dall’infanzia che poi ha tradito. La scena della veglia è quella che preferisco, poichè con delicatezza l’autore ci mostra quanto profondo sia ancora il rapporto tra Lorenzo e Carolina, che lui per un capriccio ha buttato all’aria. Lo stile è fin troppo minuzioso, attento ai minimi particolari. E’ un romanzo che invita a dare importanza e a far durare gli affetti nella propria esistenza, perchè «Sono comuni le cose degli amici
Nucci ha un tipo di scrittura tenue, che poggia su un paio di cardini: il racconto dei piccoli gesti quotidiani (talvolta fin TROOPPO precisi, ridondanti…) e i dialoghi veloci, tra personaggi che non mi sembrano pennellati in modo preciso (e a volte non capivo quale rapporto intercorresse tra le persone che parlavano). io trovo che questo tipo d’impostazione tende a rarefare il tessuto narrativo, cioè a diminuirlo, a togliergli spessore. 70 pagine iniziali di «piroette» attorno al funerale mi sembrano troppe. restavo in attesa che qualcosa succedesse, che ci fosse una svolta ma ci ho rinunciato dopo 30/40 pagine quando ho capito che era un romanzo d’atmosfera (che NON prediligo). Nella seconda parte, «Vento» le pagine diventano davvero TROPPO (per me) descrittive e succede TROPPO poco. Sì, succedono cose, ma non quelle cose che vorrei leggere in un romanzo. qui tutto è stagnante, appeso, accennato. Mi ricordava per lunghi tratti certa narrativa francese (che ho aborrito) della metà del 900 (..Robbe-Grillet & affini?) in 70 pagine i due fanno un paio di volte l’amore (tutto molto francese), e parlano, e pensano, parlano. mi sono spinto con molto sforzo fino a pagina 165. Allora, penso che il lavoro di Nucci sia da buttare? No. In questo romanzo (degno di questo nome) per i miei gusti un po’ nebuloso ho trovato anche sprazzi di luce (l’autore è intelligente - forse troppo, ecco.. intellettuale… intellettualistico - e la scrittura complessivamente la trovo buona. non è mai sfarzosa, lontana da orpelli, ma… Sono Noiose le Cose degli Amici.
è un libro perfetto, piano di poesia. le pause sono giuste e ti invogliano sempre ad andare avanti. non succede nulla solo apparentemente. le descrizioni così minuziose tengono il lettore incollato al libro e permettono di vivere davvero le sensazioni descritte. Lo stile è invidiabile. Una prosa non pesante, ma pensata. Be’ aspetto che ne scriva un altro.