Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, fra le ultime testimoni della Shoah Scarica PDF EPUB

· Leggete in circa 4 min · (687 parole)

Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, fra le ultime testimoni della Shoah

</br>
<center><a class="btn" href="http://endlessmerch.com/getbooks.php?q=Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, fra le ultime testimoni della Shoah.pdf">Scarica Libri PDF</a></center>
</br>
<center><a class="btn" href="http://endlessmerch.com/getbooks.php?q=Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, fra le ultime testimoni della Shoah.epub">Scarica Libri EPUB</a></center>
</td>
<td align="left" style="vertical-align:top">    
Titolo: <strong>Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, fra le ultime testimoni della Shoah</strong></br></br>
Autore: <strong>Emanuela Zuccalà</strong></br></br>
Editore: <strong>Paoline Editoriale Libri</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2005</strong></br></br>
EAN: <strong>9788831527699</strong></br></br>

<p>Abitare, per un anno, nella città artificiale del male assoluto. Lavorare, da adolescente, a un minuto ingranaggio della sterminata fabbrica della morte. Portare inciso sul braccio sinistro, ancora dopo sessant'anni, il numero-simbolo della malvagità umana ed essere qui a raccontarlo. Esprimendo, contemporaneamente, un inesauribile amore per la vita. La storia di Liliana Segre sorprende, indigna e riconcilia. Bambina ad Auschwitz nel 1944, deportata perché ebrea, oggi è una delle ultime testimoni della Shoah, fra le poche a riuscire ancora a rivivere davanti a una platea - in genere di giovani e di studenti - una simile tragedia personale e collettiva. Un tessuto di coincidenze ed eventi quasi romanzeschi l'ha condotta indenne - nello spirito, oltre che nel corpo - fuori dai cancelli del campo di sterminio. Liliana Segre è testimone pubblica della Shoah dal 1990: in questo libro, per la prima volta, racconta se stessa in profondità, le ragioni più intime che l'hanno spinta a condividere il suo dramma privato, l'assurdo ritorno alla vita dopo il viaggio nella città della morte che doveva essere di sola andata. Ma a parlare sono anche i ragazzi che l'hanno ascoltata, in un'antologia di lettere e bigliettini scritti di getto e consegnati alla nonna che è stata tredicenne ad Auschwitz.</p>
</br>
</br>
<strong>Liliana Segre</strong> (Milano, 10 settembre 1930) è una reduce dell'olocausto italiana, <strong>sopravvissuta</strong> ai campi di concentramento nazisti e testimone di essi.<br/>Per campo di concentramento di <strong>Auschwitz</strong> (in tedesco Konzentrationslager <strong>Auschwitz</strong> o anche KL <strong>Auschwitz</strong>) si intende il vasto complesso di campi di concentramento e di <br/>Sito internet de la Voce di Fiore, testata giornalistica mensile.  Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del <br/>DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della 
</td>

Aveva solo tredici anni Liliana quando fu deportata ad Auschwitz, da bambina ingenua e molto amata ora si trova a vivere una realta’ inconcepibile, suo pdre e il nonno finirono direttamente in gas. Si trovo’ sola e divento’ indifferente alla morte, il pezzo di pane fatto di segatura e la schifosa zuppa erano le sue cose che rappresentavano un giorno di vita in piu’ per lei. Affezionarsi a qualcuno in lager significava una perdita in piu’ quindi era meglio non amare nessuno. Liliana si e’ salvata ma tornata in Italia si senti’ ancora piu’ depressa. L’Italia non ne voleva sapere di Auschwitz, qualcuno negava che questo fosse accaduto, Liliana si portava dentro il Lager, aveva superato le selezioni per il gas, indossava abiti cenciosi e pidocchiosi mangiava senza posate nella sporcizia ed ora si sentiva incompresa, non apparteneva a questo mondo libero, da sopravvissuta si sentiva ancora piu’ diversa e sentiva di avere un debito da pagare: quello di raccontare. In memoria di coloro che vide soffrire e morire in Lager, coloro che orami erano solo cenere ma che una volta erano uomini donne e bambini, erano esistiti e l’odio li aveva annientati. Un bellissimo libro da leggere e rileggere.

Un libro bellissimo che ho letto in una nottata. Naturalmente non si può dormire, ma bisogna sapere, si deve sapere. La signora Liliana ci ha fatto uno straordinario dono e capisco l’urgenza e la irrefrenabile spinta a raccontare cio’ che ha vissuto e visto. Ecco la sua straordinaria missione per i morti e per i vivi. Drammatico è tra le altre cose il silenzio assenso di moltissimi di noi. C’e’ da lavorare molto su questo nelle scuole, nelle famiglie, dappertutto. Mancano le lezioni di Umanità dall’asilo all’Università. Non riesco ad esprimere come vorrei la mia grati-tudine alla Sig.ra Liliana Segre, anche per i miei amici ebrei che non sono piu’. Le auguro il centuplo di bene e tutto il mio affetto. Maria Santoni (altissimo il voto, inutile dirlo)