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Ho atteso tantissimo questo romanzo, avevo quasi perso le speranze di poter leggere il finale di questa meravigliosa avventura, per fortuna invece è finalmente arrivato! Sarebbe stato un vero peccato non poter concludere questo viaggio insieme a Thea e agli altri personaggi e non scoprire tante cose su di loro. È stato bello conoscere di più il padre di Thea, così da poterlo capire meglio. Damian si confida con Thea e rafforza sempre di più la loro relazione. Alex è un amico fantastico, lui e Thea sono davvero molto complici, sono felicissima di come è diventato il loro rapporto. In questo terzo libro, ancor più che nei precedenti, sono importantissimi la famiglia ed i rapporti tra i personaggi, che si evolvono e si intensificano in modo molto coinvolgente. Per me Thea si è confermata ancora una volta come una delle migliori protagoniste femminili di questo genere. Grazie soprattutto alla sua ironia che non perde mai, anche nei momenti più duri e difficili, riesce facilmente a farsi amare ed ammirare davvero.
Spire di fuoco, chiude la trilogia creata dalla bravissima Marta Palazzesi con protagonista la giovane mezzo demone Thea. Onestamente parlando, non so se perché avevo altissime aspettative per questo finale di saga o per la lunga attesa, ma rispetto ai precedenti due libri, questo mi è sembrato più debole per trama e stile, ma solo se paragonato ai precedenti due libri, perché anche in Spire di fuoco la Palazzesi si è dimostrata eccellente! Stavolta la storia si discosta drasticamente dall’Accademia dei vampiri della Mead, prendendo una piega tutta personale: nuovi nemici, le Vale Nere, che fanno passare in secondo piano i nemici storici, gli Azura, che sono sbucati (letteralmente) fuori solo sul finale… e forse sono stati battuti un po’ troppo facilmente, seppur non senza drammatiche perdite. Anche le storie aperte nel finale dell’ultimo libro sono state liquidate un po’ troppo frettolosamente, soprattutto il destino di Serena, avrei gradito leggere un po’ di più su di lei, ma nel finale la Palazzesi ha riscattato il personaggio. Anche i numerosi amici e professori di Thea che popolavano il Palazzo, hanno avuto poco o addirittura pochissimo spazio, ma in compenso Zarmayr, l’interessante e affascinante padre della protagonista, ha avuto un ruolo di riguardo, divenendo di fatto coprotagonista con la figlia, perché un capitolo era raccontato in terza persona dal punto di vista di Zarmayr e l’altro in prima persona dalla scoppiettante Thea. Commoventi il trascorso, la giovinezza e la storia del potente Incubo, con un finale drammatico ma di grande riscatto morale. Bello leggere del «matrimonio» tra Thea e Damien. Consigliato!