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non riscontro il carattere leninista nell’azione pratica di stalin.
Dopo la mia prima impressione (vedi sotto) vorrei dare un giudizio finale. Il testo guadagna un punto. Rimangono alcune perplessità. Tuttavia, pur fra alti e bassi il testo merita una lettura approfondita. Rimangono forti dubbi sul concetto di «comparatismo» che Losurdo applica. Penso ad un libro capitale come «Fascismo Fascismi» di Enzo Collotti e all’insuperato utilizzo dell’analisi comparata. Credo che Losurdo si sia fatto prendere la mano dal suo stesso oggetto. Non penso che ad uno studioso debba interessare riabilitare chicchessia e l’opera meritoria di smascheramento rispetto alla menzogna non dovrebbe essere seguita dal ribaltamento di segno opposto. Il punto per uno storico non è giustificare o condannare, è cercare di capire. Un episodio come Katyn , ad esempio, è liquidato in una frase (solo il titolo) ma non è svolto, citando invece le stragi degli Usa in Corea (?). Ma se nella ricerca sulla storia dell’URSS ci si imbatte in Katyn, è di Katyn che si deve parlare. Una strage non pareggia con un’altra. Sono due. Il comparatista le analizza entrambe. Sul piano politico ci sarebbe molto da dire e moltissimo su quello filosofico. Per esempio a livello politico, traspare che le rivoluzioni siano destinate a finire in un tragico realismo condizionato totalmente dalle forze esterne e che l’imperialismo americano, all’ingrosso, stringe in quell’angolo ogni azione contraria allo stato di cose esistenti. Non si tratta di essere pessimisti o realisti. Si tratta di capire che la storia non è affatto «maestra di vita» e che da essa possiamo solo capire ciò che non va fatto, non certo in quale direzione andremo. (lo storico non è un futurologo) . Complessità è la parola giusta, ma non entro in questo campo. Rimane un libro comunque da leggere, che irrita a volte in maniera davvero urticante. E forse questo è il complimento più grande che gli posso fare. ps mi scuso per la frase riferita ai nostalgici inserita nel commento precedente. E’ davvero offensiva e fuori luogo.
Losurdo è uno dei maggiori studiosi di Filosofia italiani. Tuttavia (o proprio per questo) questo lavoro mi lascia perplesso. Sono a c.a. metà del libro per cui potrei anche cambiare opinione. Però vorrei già»esternare» i miei dubbi. A me pare che l’autore, partito dalla volontà di ribaltare la visione di Stalin, nata soprattutto dopo la diffusione del rapporto Krusciev, finisca in un vicolo cieco che di storico ha davvero poco. Innanzitutto: un libro del genere che non si propone solo di ricostruire il dibattito attorno ad un oggetto, ma di revisionarlo in gran parte non possa essere scritto utilizzando fonti secondarie. Ho notato che queste incursioni nella storia dell’ex URSS spesso saltano a piè pari questo semplice precetto: la storia si fa con le fonti primarie (vedi un altro lavoro certamente di valore molto inferiore come quello di Ludo Martens) il resto è filosofia della storia (appunto) nella quale Losurdo cade spesso («Saturno che divora i suoi figli
Di solito i libri su Stalin nella stragrande maggioranza dei casi , sono libri che mettono in evidenza il Terrore degli anni ‘30 , il pugno di ferro del dittatore e i gulag traboccanti di reclusi . Questo libro ci mostra l’altra parte della storia , la costruzione di una potenza militare , economica e politica , costruzione che non conobbe pietà verso chi provava ad opporsi . Molti «miti» vengono sfatati , il primo dei quali riguarda la presunta «innocenza» di Trozky , il quale in realtà si prestò non poco nel tentativo di rovesciare il governo .L’aspetto repressivo e sanguinario del regime non viene negato , ma in parte giustificato con lo stato di eccezione perenne nel quale si trovò lo Stato sovietico per almeno trent’anni a partire dalla rivoluzione .Interessante lo smascheramento che Losurdo fa di alcuni luoghi comuni diffusi con la guerra fredda quali ad esempio , quello di un presunto antisemitismo di Stalin una falsità costruita ad arte che nega alcuni verità inoppugnabili come la presenza ai vertici dello Statoe dell’Armata Rossa di personalità ebraiche o il riconoscimento dello stato di Israele che prima di ogni altra nazione ,venne proprio dall’URSS . Il libro non è impeccabile , ma merita di essere letto e confrontato con altri , per farsi un’idea più equlibrata.