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Un vero disastro questo libro. Il tentativo di far diventare un saggio uno scritto leggero fallisce miseramente. L’approfondimento scientifico è nullo, lo humor (spesso basato sull’attualità) è già vecchio prima di andare in stampa. E in più l’abbinamento non funziona. Non abbastanza divertente da conquistare il pubblico alla ricerca di un libro leggero, semplicemente fuori luogo per chi sperava in un saggio: Oreglio non riesce a (o non vuole) togliersi i panni del comico nè dà lustro al suo percorso di studi. Non si capisce a chi sia rivolto: direi ai ragazzini delle scuole medie se non ci fossero abbozzi di satira politica. Molto male
Flavio Oreglio nell’introduzione a questo suo libro esprime subito la sua visione: la religione è un male, i tentativi di mettere insieme scienza e religione sono peggio, e quello che si dovrebbe fare è invece mettere (di nuovo) insieme scienza e filosofia, proprio come nell’antichità. Il filo conduttore dell’opera, che arriva fino al termine dell’ellenismo, è questo: può essere condiviso o o meno, ma naturalmente quello che conta è lo svolgimento del tema. Ecco, è sullo svolgimento che ho i miei forti dubbi. Il libro è diviso in due parti ben distinte: la filosofia presocratica e classica, e l’ellenismo. Nella prima parte Oreglio prende le cose molto alla leggera: nulla di male, è quello che faccio sempre anch’io nel mio piccolo. Però non credo che andare verso il turpiloquio aiuti a capire meglio le cose… La seconda parte è molto meno scoppiettante della prima purtroppo il risultato sembra più che altro un bignami, senza chissà quali guizzi. In definitiva, un’idea interssante purtroppo gestita male. (Ah, per quanto ne so la metafisica si chiama così solo per il suo posizionamento nelle opere aristoteliche, e se Lucio Russo ha ragione il cristianesimo forse ha dato il colpo di grazia alla scienza antica, ma la morte è di un par di secoli prima…)