Storia d'Italia degli anni Ottanta. Quando eravamo moderni Scarica PDF EPUB

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Storia d'Italia degli anni Ottanta. Quando eravamo moderni

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Titolo: <strong>Storia d'Italia degli anni Ottanta. Quando eravamo moderni</strong></br></br>
Autore: <strong>Marco Gervasoni</strong></br></br>
Editore: <strong>Marsilio</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2010</strong></br></br>
EAN: <strong>9788831706766</strong></br></br>

<p>Il decennio della "degenerazione morale" o quello dell'ultima modernità italiana? Da tempo si discute di un periodo recente della nostra storia al quale si guarda ora con nostalgia ora con disprezzo. Gli anni ottanta sono anni di modernizzazione economica e sociale, anni in cui la società italiana abbandona rapidamente i caratteri dei decenni precedenti, l'economia prende forme più vicine a quelle a noi contemporanee: si affermano nuovi soggetti economici che pongono al centro il rapporto con il territorio, dalle piccole imprese alle reti dei distretti industriali. Si afferma compiutamente una società con uno spirito nuovo nella quale segnano il passo la ricerca della libertà individuale, la fine delle ideologie politiche, il perseguimento della soddisfazione personale attraverso la realizzazione professionale e il guadagno. Tutto questo in un contesto europeo e internazionale in cui gli eventi e i processi storici che si svolgono al di là delle frontiere entrano per la prima volta a viva forza nel dibattito politico e nell'opinione pubblica. Gervasoni ricostruisce la vivacità dell'Italia di quegli anni guardando ai processi economici e a quelli aggregativi, ai consumi, alle culture di massa una società meno disegual e più disincantata nei confronti delle grandi idealità collettive e pubbliche, in cui la politica, portatrice di senso, capace di mutare la storia, fece di tutto per rallentare la corsa trovandosi estranea al mutamento e all'accelerazione dei tempi.</p>
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tra il 1980 e il 1983 arriva l'onda di interesse del pubblico discotecomane per il fenomeno afro . nascono in questi <strong>anni</strong> molti club destinati a diventare veri e <br/>La <strong>storia</strong> del libro segue una serie di innovazioni tecnologiche che hanno migliorato la qualità di conservazione del testo e l'accesso alle informazioni, la <br/>Mongolia News, Viaggi, Itinerari, Arte, Viaggio, <strong>Storia</strong>, Tradizioni, News, Gengis, Khan, Naadam, Religione, Musica, Geografia, Economia, Fauna, Flora, Dinosauri, Yeti <br/>La <strong>storia</strong> di Livorno, se confrontata con quelle delle altre città toscane, è sicuramente tra le più originali nel panorama regionale, in quanto slegata da uno <br/>Trent’<strong>anni</strong> prima. Ho letto che nella <strong>storia</strong> le battaglie e le sconfitte non sono mai episodi unici, si legano sempre a qualche altra battaglia o sconfitta precedente.<br/>universita’ <strong>degli</strong> studi di torino. facolta’ di psicologia. corso di laurea in psicologia. tesi di laurea. modelli teorico-pratici applicati nel superamento <strong>degli</strong> <br/>Scheda tecnica. CARATTERISTICHE . motori: Alfa Romeo 126 R.C.34. potenza unitaria: cv 750 a 2250 m. apertura alare: m 21,20. lunghezza totale: m 15,60. altezza totale <br/>ma dove sono i filosofi italiani oggi?! poco coraggiosi a servirsi della propria intelligenza e a pensare bene "dio", "io" e "l’italia", chi piu’ chi meno, tutti <br/>[Un po' di <strong>Storia</strong>] - [ Il libro del 50° ] - [ Dal bisogno alla sovrabbondanza] - [ rassegna stampa] [ torna indietro ] DIOCESI DI LUGANO E CARITÀ: DALLA <br/>• Ci sono 131,4 italiani di 65 <strong>anni</strong> e oltre ogni cento italiani tra 0 e 14 <strong>anni</strong> (è l’indice di vecchiaia: 131,4%, per la prima volta nei censimenti oltre quota 100).
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La lettura è gradevole, per carità, a parte la nutrita pattuglia d’irritanti refusi. Ma anche un articolo su un rotocalco dal barbiere può essere gradevole. La storia dev’essere altro dal puro intrattenimento. E questo non è un libro sulla storia d’Italia tout court: piuttosto una storia del costume italiano o dell’opinione pubblica italiana o, al massimo della società italiana, il cui assioma portante consiste nel sostenere che gli anni Ottanta sono stati la tv degli anni Ottanta, come se fossimo stati governati dalla televisione, per dirla con una celebre nota profetica di Flaiano. La tv, semmai, ci ha governato dopo. Sembra più un almanacco, un blob, che un’analisi storica, un memoir sotterraneamente nostalgico di un’aitante epoca di sacro individualismo egotista, neppure troppo copertamente rimpianto: quello del laisser faire, laisser passer made in Italy, che ci ha portato nelle secche amorali in cui siamo. Ma la storia non deve leggersi con la morale (p. 11), dice l’autore, lo dicono i grandi classici, sostiene lui: mi sa, allora, che Pirenne o De Felice non sono classici. Non una parola sulla P2, sul maxi processo di Palermo, nessuna analisi della corruzione dilagante, del debito pubblico (liquidato in tre righe circa), appena un accenno sulla definitiva e finale deriva sanguinaria del terrorismo, sull’operato del pentapartito, giusto qualche statistica, in mezzo ad un mare di amarcord catodici. Ad aggravare il quadro, si aggiunge una poco sopportabile esaltazione, appena velata da una raffigurazione da oggettività postmoderna, delle fantasmagorie dei congressi del ruggente Psi di Ghino di Tacco. Una cronaca in cui ci sono ben tre pagine dedicate a Maradona, dove i Vanzina sono «fondamentali» (p. 74) e sono avventatamente paragonati a Monicelli e Risi (p. 12) per perspicuità di sguardo.

Liberi di pensare il contrario, ma sono convinto che per capire l’attualità sia più utile conoscere la storia degli ultimi 50 anni piuttosto che quella precedente. E siccome a scuola non ce la insegnano dobbiamo impararcela da soli. Ho scelto questo libro perché degli anni 80 ho sempre pensato quanto si trova sintetizzato nel risvolto di copertina di questo libro. Si è trattato di un decennio di chiara cesura rispetto a quello precedente che ci ha proiettato verso la modernità del ventunesimo secolo. Questo processo però, sotto gli apparenti fasti dell’edonismo reganiano, della TV commerciale, della Milano da bere, nascondeva un inesorabile imbarbarimento morale che accompagna l’attuale società multimediale. Gervasoni ci offre un quadro completo del periodo, partendo anzitutto dal contesto internazionale. Alla fine emerge il ritratto di un’Italia imborghesita, meno ideologizzata, magari con qualche soldo in più ma pure gravemente istupidita. E l’autore lo fa con uno stile semplice e gradevole che offre al lettore la sensazione di guardare una puntata antologica del programma BLOB, ma al contempo permette di capire i risvolti che quel periodo di benessere sfacciato ha portato con sé. Certo di approfondimenti non ce ne sono (sarebbe stata necessario un lavoro di corposità almeno tripla) però c’è abbastanza per farsi più che una qualche buona idea. Insomma Gervasoni la sfida di guardare questo decennio di forte frattura con il passato con la lente dell’analisi storica l’ha vinta. Peccato sia stato uno dei pochi a raccoglierla: libri sull’argomento ce ne sono pochissimi, almeno di autori italiani, chissà perché. E chissà perché Gervasoni abbia scelto di indicare come evento termine del decennio i mondiali di calcio in Italia e non la caduta del muro, come sarebbe stato cronologicamente logico. Forse sta già pensando di raccontare anche gli anni 90 ma intende partire direttamente dal 1991?