|
«Surplus cognitivo» è un libro che dovrebbe leggere chiunque si interessi veramente, professionalmente o per diletto, di social media e social network. Clay Shirky, con una prosa molto leggera e coinvolgente, ci guida in quello che potrebbe essere l’immediato futuro. Un mondo in cui un piccolo spostamento di attenzione globale dai media passivi ad Internet potrebbe generare cambiamenti sociali impensabili. Il libro è ricco di casi, alcuni già racontati sul suo blog (come il fatto che riprendersi l’1% di tempo passato davanti alla tv potrebbe generare 100 progetti come Wikipedia ogni anno), altri già letti (su Drive si citano alcuni casi di quali siano le reali motivazioni degli individui, non sempre monetarie), altri inediti. La tesi di fondo è che oggi più che mai ci sono tutte le condizioni perché le persone si riapproprino dei mezzi di comunicazione, generando conoscenza condivisa, cambiamenti sociali e progresso. Il disegno è affascinante e gli esempi tutti calzanti. Shirky, non gliene faccio una colpa, è molto entusiasta e ha una visione molto positiva del futuro, ma se ne può discutere. Caso vuole che prima di leggere il libro abbia letto la critica di Eugeny Morozov, completamente contrario alle tesi di Shirky, tanto che lo etichetta come populista. Morozov prende diversi casi citati nel libro e li rilegge con la sua ottica e con un punto di vista a volte diametralmente opposto. Un dibattito vivace e stimolante, in cui vale la pena investire del tempo.