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Surplus cognitivo. Creatività e generosità nell'era digitale

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Titolo: <strong>Surplus cognitivo. Creatività e generosità nell'era digitale</strong></br></br>
Autore: <strong>Clay Shirky</strong></br></br>
Editore: <strong>Codice</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2010</strong></br></br>
EAN: <strong>9788875781682</strong></br></br>

<p>Questo è un libro sul tempo libero. Qualcosa di molto comune, certo, ma pensate di considerare il tempo libero dell'umanità come un unico insieme, una specie di surplus cognitivo, e di utilizzarlo attraverso i nuovi media e le possibilità di condivisione e di dialogo che offrono. Mentre i media del Ventesimo secolo permettevano un unico evento, il consumo, il cablaggio dell'umanità ci permette di trattare il tempo libero come una risorsa globale condivisa, e di immaginarci nuovi tipi di partecipazione. Ma per capire come usarlo, dobbiamo porci diverse domande: abbiamo le giuste motivazioni, oltre che l'opportunità, per farne qualcosa? E ancora: è una questione solo personale o anche sociale? Il surplus cognitivo non consiste solo in trilioni di ore di tempo libero sparso fra miliardi di individui interconnessi. Piuttosto, è qualcosa di comunitario e sarà utile se saremo in grado di sfruttarlo per produrre valore civico. Sta già succedendo: il surplus cognitivo si sta caratterizzando come una forza emergente e vitale, in grado di raccogliere un sapere delocalizzato e frammentato, e di aggregarlo in un qualcosa di grande e di nuovo.</p>
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Scritto nel 2010, risulta per molti aspetti già superato, e anche le tesi più interessanti, sono ormai conosciute ai più. Le ripetizioni infinite degli stessi concetti e la superficialità di analisi a livello filosofico di certi fenomeni, non aiutano. Shirky non si fa mai la domanda finale, manca sempre quell’affondo che gli permetterebbe di capire come mai ci sono opinioni diametralmente opposte alle sua, come quelle di Morozov ad esempio.

«Surplus cognitivo» è un libro che dovrebbe leggere chiunque si interessi veramente, professionalmente o per diletto, di social media e social network. Clay Shirky, con una prosa molto leggera e coinvolgente, ci guida in quello che potrebbe essere l’immediato futuro. Un mondo in cui un piccolo spostamento di attenzione globale dai media passivi ad Internet potrebbe generare cambiamenti sociali impensabili. Il libro è ricco di casi, alcuni già racontati sul suo blog (come il fatto che riprendersi l’1% di tempo passato davanti alla tv potrebbe generare 100 progetti come Wikipedia ogni anno), altri già letti (su Drive si citano alcuni casi di quali siano le reali motivazioni degli individui, non sempre monetarie), altri inediti. La tesi di fondo è che oggi più che mai ci sono tutte le condizioni perché le persone si riapproprino dei mezzi di comunicazione, generando conoscenza condivisa, cambiamenti sociali e progresso. Il disegno è affascinante e gli esempi tutti calzanti. Shirky, non gliene faccio una colpa, è molto entusiasta e ha una visione molto positiva del futuro, ma se ne può discutere. Caso vuole che prima di leggere il libro abbia letto la critica di Eugeny Morozov, completamente contrario alle tesi di Shirky, tanto che lo etichetta come populista. Morozov prende diversi casi citati nel libro e li rilegge con la sua ottica e con un punto di vista a volte diametralmente opposto. Un dibattito vivace e stimolante, in cui vale la pena investire del tempo.