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Essendo uno storico sono appassionato di questo genere di romanzi ma non posso non notare in questo lavoro alcune superficialità nella ricostruzione e delle concessioni alle mode letterarie del momento che lo rendono a tratti poco sincero. Appassionante l’inizio ma poi un po’ prolisso e prevedibile.
Sono nativo di Siracusa ed ho conosciuto l’Autore del libro in occasione della presentazione dello stesso che ha fatto nella mia città. Sono fiero e contento che finalmente ci sia qualcuno che ricorda vicende che hanno riguardato Siracusa e il dramma che ha travagliato la sua gente: ci voleva un autore «straniero» che, finalmente, narrasse le gesta delle genti siracusane, anche se nella forma a lui più congeniale: quella del romanzo di ambientazione storica. Ne è uscito un bel racconto pieno di personaggi che agiscono in un crescendo di azioni, sentimenti come l’amicizia e l’amore, ma soprattutto l’onore si alternano con altri ignobili ma che fanno parte anch’essi al genere umano:l’odio e la vendetta. Sono descritte le fasi del lungo assedio in maniera veritiera, tenendo sempre a mente il genere letterario. Belle le figure immaginate e ben figurate: di Klizia, per prima, che, ormai vecchia è pronta a rivelare un segreto serbato nel cuore per anni, Nicone, il compagno al quale ha dedicato l’intera vita, misera e umile prima che si trasformasse in agiata, onorata e rispettata, Ippoloco il figlio amato e cresciuto che non può aver memoria di quanto accaduto, Laide, la novella sposa, che è inconsapevole causa del riaffiorare di ricordi, Blepiro già presente nelle prime pagine del libro sadico,maligno, empio, aguzzino anima dannata dell’intero racconto e Timandra povera schiava che va ad incontrare la morte in modo sereno sapendo e sperando che solo da essa potranno nascere nuove esistenze e che, in quel modo, essa stessa continuerà a vivere. «Syracusa» è una bella lettura ed esprimo al romanziere i miei più sinceri complimenti.
E’ un libro la cui storia è ben confezionata è una storia che si legge in maniera coinvolgente perchè il lettore viene catturato dalla narrazione efficacie. Trovo che i personaggi sono raffigurati in modo da far emergere le loro, varie, personalità, che c’è quella dell’ eroe buono, apparentemente invincibile, sempre dalla parte giusta, che è quella degli onesti, senza macchia ne paura»: Nicone, c’è quella vanitosa e spocchiosa e traditrice di Alcibiade, quella religiosa e superstiziosa del vecchio Nicia, che avrebbe voluto ,molto volentieri se avesse potuto, starsene a casa, quella odiosa, fondamentalmente cattiva di Blepiro, anima nera che volteggia su tutto il racconto e c’è quella rassegnata di Timandra, tenera e malinconica ma la più interessante è, ovviamente, Klizia colei che racconta, ricordando fatti che si intrecciano e sovrappongono fra di loro: guai, momenti di tenerezza e altrettanti di dolore, vicende crude e spietate tutte legate ad un uomo e alla sua azione, il solo che lei abbia profondamente amato. Ha voler essere precisi, considerato che il sottotitolo recita « la vendetta di Nicone
E’ un libro interessante la cui storia è ben confezionata è una storia che si legge in maniera coinvolgente, il lettore viene catturato dalla narrazione efficacie. Trovo che i personaggi sono raffigurati in in modo da far emergere le loro, varie, personalità, ma la più interessante di tutte è, ovviamente, Klizia colei che racconta, ricordando fatti precedenti che si intrecciano e si sovrappongono fra di loro: guai, momenti di tenerezza, vicende crude e spietate tutte legate ad un uomo, il solo che lei abbia amato profondamente: Nicone. Ha voler essere precisi, visto che il sottotitolo è « la vendetta di Nicone