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Quando nell’autunno del 2013 l’attuale presidente dell’IAAP- International Association for Analytical Psychology ha informato ufficialmente i membri che Leonardo Boff era stato nominato membro onorario, mi era sorto subito il bisogno di approfondire, al di là delle motivazioni esplicite, gli eventi che, nella storia recente della scuola junghiana, avessero determinato simile decisione. Nell’introduzione a questo dialogo tra i due autori, Luigi Zoja fornisce proprio queste informazioni. Nel periodo della sua presidenza IAAP, a partire da incontri avuti a Rio de Janeiro nel 2010, la constatazione che Leonardo Boff avesse fatto ampiamente ricorso al pensiero di C. G. Jung, nel suo impegno teorico e pratico di teologo della liberazione, portò, dapprima, ad assegnargli la cura dell’edizione portoghese-brasiliana delle opere complete di Jung. Poi, insieme a colleghi brasiliani, Zoja propose alla IAAP la nomina a membro onorario di Boff, che fu ratificata dal congresso di Copenhagen del 2013. La rilevanza dei temi di questo dialogo ha acquisito ulteriore spessore all’indomani del convegno nazionale ARPA-Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica, affiliata alla IAAP, a Roma dal 9 all’11 maggio, dedicato a «Civiltà in transizione. Il ruolo della psicologia analitica in un’epoca di crisi». Con un contributo su «Crisi spirituale e processi formativi» ho presentato, tra l’altro, una sintetica riflessione-proposta di interpretazione del significato profondo delle dimissioni di Ratzinger, annunciate l’11 febbraio 2013. Ciò, in quanto uno dei «sintomi» dell’avanzata del fronte della transizione della civiltà che viviamo. Ora, non è da escludere che una delle concause, che hanno determinato un gesto così «rivoluzionario