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Ingredienti: una ventina di ventenni di Edimburgo tra alcol, droghe, sesso, musica e niente lavoro, l’alternarsi di viaggi psichedelici e crisi di astinenza, lo spettro di AIDS ed overdose come nemici mortali, una storia costruita su tanti episodi narrati da voci diverse. Consigliato: a chi ha avuto come colonna sonora della propria gioventù il pop-rock inglese, a chi vive senza meta rifiutando Dio, società e famiglia.
Ottimo libro, il linguaggio è da strada come gli sbandati protagonisti del gruppo: nella frase le volgarità sono un intercalare, così come le situazioni descritte riguardanti il sesso e non solo e che possono risultare eccessive. Mi è piaciuto il linguaggio in prima persona e il fatto che ad ogni paragrafo è sempre un personaggio del gruppo a subentrare all’altro ciò all’inizio può spiazzare, ma avanzando nella lettura si impara a conoscere i protagonisti e ad entrare nelle loro vite e nelle loro continue ricadute nella droga, nell’alcool, nella violenza… senza riscatto. Un libro forte che mostra fin dove si può arrivare a sprofondare anche quando non c’è nessuna guerra in corso e, forse per questo, più toccante in quanto questi ragazzi e ragazze senza speranza e senza meta percorrono le stesse vie degli altri, di chi una vita ed un futuro ce l’ha
Irving Welsh è senz’altro uno degli autori migliori negli ultimi vent’anni. Il suono dello scozzese diventa nel suo libro una melodia aspra, ma vibrante e vitale. Le tematiche scelte sono trattate in maniera sincera e profonda, non dall’esterno, ma dall’interno della sottocultura a cui appartengono, ed è proprio questo a rendere il libro così vicino a chi lo legge. Grazie Irving per averci regalato una prosa metropolitana che nelle tue mani diventa poesia!
welsh va letto. il film priva chi lo guarda di un buon 90% di emozioni che chi legge il libro può provare…senz’altro dopo averlo letto, non si può fare a meno che leggere tutto ciò che porti la firma di welsh.