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ho letto questo libro xchè era oggetto di un esame di università (sociologia della devianza)e devo dire che mi è piaciuto molto..rispecchia la realtà, i comportamenti dei giovani d’oggi.. in alcuni tratti mi ha fatto anche sognare ad occhi aperti…io lo consiglio
Questo libro fa sognare…è bellissimo! Spero ke Moccia continui a scrivere all’infinito!
Assolutamente terribile! Non mi ha delusa, perchè era assolutamente brutto come mi aspettavo(l’ho letto per PENITENZA, ci tengo a specificarlo): trama di una banalità estrema, personaggi stereotipati, lingua italiana accuratamente massacrata (e sostituita dal linguaggio che ognuno di noi può adottare giornalmente quando spettegola al telefono con un amico), descrizioni scialbe e piene zeppe di riferimenti a griffe e firme delle quali la letteratura (ma no, che dico, questa non è letteratura) può fare decisamente a meno. e a quelle ragazzine immature che a chi come me ha criticato il libro danno dell’acidona che non si è mai innamorata, vorrei dire che l’amore vero non è questo, o per lo meno non si racconta così: leggetevi la yourcenar, la woolf, dostoeskj, la bronte, o senza schizzare dirattamente ai grandi della letteratura internazionale, leggetevi un semplice ma efficace baricco o margaret mazzantini o paulo coelho (che per quanto non siano dei mostri sacri, sanno scrivere)…è ben altro il saper raccontare l’amore e il saper raccontare in genereale.
Non c’è da meravigliarsi..il successo che hanno avuto il libro e i suoi sequel rispecchia appieno i gusti effimeri delle ragazzine dagli anni 90 ad oggi, vogliose di immergersi in una storia identica a quella di step e babi…lui bello e maledetto, lei borghese e superficialotta. Ma il clamoroso successo è passeggero. Primo, perchè i gusti delle ragazzine cambiano in fretta e basterà un altro Moccia a far dimenticare il libro. Secondo, sono altri i capolavori che la critica premia come tali. Se proprio vogliamo riconoscere qualcosa all’autore, questi ha solamente il « merito» di aver colto i sentimenti di un’ epoca di teenager (peraltro non che fosse ardua impresa). Pessima invece la scrittura: descrizioni che si sforzano di sembrare ben fatte, ma che non decollano mai, frasi sempre brevi e mal costruite, lessico ridotto ai minimi termini. Insomma, il classico caso editoriale che fa vendere miglialia di copie in tempi record e poi, dopo il polverone iniziale, finisce nel dimenticatoio. Ma per confermare la mia tesi c’è solo da attendere..