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Tutta la vita

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Titolo: <strong>Tutta la vita</strong></br></br>
Autore: <strong>Romana Petri</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2013</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850230914</strong></br></br>

<p>Spaltero mi sta aspettando in Argentina, tra poco mi arriva un suo richiamo, e stavolta non me lo lascio scappare pure se all'idea di tanto cambiamento mi pare di morire. Stavolta so che a non cambiare ne va di tutta la mia vita. O trovo il coraggio, o se ne va in malora." Alcina è una donna coraggiosa e fiera che ha paura di una sola cosa: i sentimenti. Tanto che per non esserne sopraffatta si è dovuta costruire una corazza di orgogliosa solitudine. Nel '48 ha trentatré anni e una guerra partigiana alle spalle, e sembra che il suo destino sia ormai quello di vivere per sempre con lo sguardo rivolto al passato, in un continuo parlare coi propri morti e con un cane selvatico. Ma un giorno Alcina riceve una lettera che sull'onda travolgente del ricordo di un unico, lunghissimo bacio le dà la forza di lasciare il suo casolare in Umbria e di partire per l'Argentina. Ad aspettarla c'è Spaltero, un uomo più giovane di lei ma con un carattere forte e sicuro e sempre proiettato verso il futuro. Ma è sufficiente la fragile promessa contenuta nel ricordo di un bacio a spingere a cambiare vita? Basterà la forza dell'amore per resistere al violento irrompere della Storia? In un'epoca di sentimenti sfilacciati, esili e precari, Romana Petri ha scelto di raccontare in questo romanzo la storia di un amore eterno e indissolubile, al quale il passare del tempo solo aggiunge senza mai sottrarre.</p>
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È <strong>tutta vita</strong> | Fabio Volo | Stavano così bene insieme, cosa è successo alla loro <strong>vita</strong>? Cosa è successo ai due chiusi in una camera d'albergo con il cartello "non <br/>Viaggiare da soli è un modo meraviglioso e coraggioso per ritrovare se stessi. Viaggiare in coppia aiuta a conoscersi meglio e consente di costruire e condividere <br/>Associazione di volontariato Tutto è <strong>Vita</strong> Onlus  Staff  Formatori  Operatori  I Ricostruttori  Collaborazioni e patrocini  Testimonianze  Galleria fotografica <br/>Lucia Giovannini <strong>Tutta</strong> un'altra <strong>vita</strong> Come realizzare i propri sogni vincendo la paura e le emozioni negative. Vi siete mai chiesti se il modo in cui agite, pensate 
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Dopo aver letto i giudizi precedenti mi sono fatta un’idea più chiara del libro. Se il romanzo piace molto o non piace affatto significa che siamo di fronte a un libro di indubbio interesse. Il commento precedente dice che la Petri scrive benissimo e sono perfettamente d’accordo. Questo libro, però, oltre ad avere un fine linguaggio oggi piuttosto raro nel nostro panorama, ha anche una storia forte che mi ha coinvolta molto. Certo è un libro tragico, e bisogna capirlo. Il finale non è felice come molti hanno creduto. siamo di fronte a una famiglia distrutta e non sarà di certo l’eterno amore tra Alcina e Spaltero ad equilibrare tutto ciò che si è perduto dentro. Con la Allende, personalmente, non trovo ci sia molto da spartire. La scrittrice sudamericana non scrive molto bene, basa tutto sull’effetto dell’emozione anche se La casa degli spiriti resta il suo miglior libro. Qui c’è molto della tragedia greca, Alcina mi pare proprio uscita da lì. E il mio personaggio preferito è stato proprio Toni, la sua vita fa da contrappunto all’amore d’acciaio dei due protagonisti, la sua ricerca dell’amore perfetto un’illusione perché in realtà non lo vuole e non sarebbe in grado di conservarlo. Insomma, i gusti dei lettori sono vari. Io l’ho trovato un capolavoro. L’ho finito un po’ di tempo fa, ma navigando qui e leggendo i vari pareri mi è venuta voglia di scrivere. Lo consiglio a chi ama la bella scrittura, le parole mai sdolcinate (hanno detto pure questo mi pare) e l’emozione forte di avere un gran bel romanzo tra le mani

Romana Petri scrive benissimo ma la storia non funziona.Il romanzo ingrana faticosamente dopo almeno un quarto della sua lunghezza ma si perde dietro i troppi temi intrapresi e non sviluppati dall’autrice. Mi è sembrata la brutta copia de «La casa degli spiriti» della Allende visti i riferimenti al rapporto con i morti della protagonista,accennati ma non sufficientemente contestualizzati,o delle torture subite dalla figlia da parte del regime. Il personaggio del cugino scrittore poi sembra messo l1 per riempire le pagine,non trovo la sua presenza determinante ai fini della storia. Ma soprattutto ho notato una superficialità nella conclusione che mi ha lasciato fortemente delusa e anche infastidita. Un po’ di rispetto per l’intelligenza dei lettori non guasterebbe

Conosco da poco questa scrittrice e ne sono rimasta estasiata. Il primo libro che ho letto è stato «ovunque io sia» che mi ha emozionato tantissimo fino a farmi commuovere. Questo è diverso ma altrettanto intenso e realista in molte introspezioni psicologiche. Inoltre è l’occasione per rendere note ancora una volta le vicende legate alla dittatura, le sue conseguenze non mi pare poco. Lo consiglio a tutti.

Grande fatica fino a pagina 150, poi il bisbiglio di Pennac è diventato un urlo. Basta, non riesco ad andare avanti, passo ad altra lettura. Scrittura banale, personaggi non credibili in un contesto che non regge. Poteva essere una cosa interessante, ma è un libro che non lascia niente, non serve.

Romanzo bellissimo. Intenso e molto commovente