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Un calcio nel cuore

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Titolo: <strong>Un calcio nel cuore</strong></br></br>
Autore: <strong>Luciano Moggi,Enzo Bucchioni,Mario D'Ascoli</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2007</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850214112</strong></br></br>

<p>Luciano Moggi ha deciso di dire la sua. E l'ha fatto con un libro in cui, senza reticenze e anche con orgoglio ricostruisce i fatti di "Calciopoli" rilegge e spiega le intercettazioni telefoniche e racconta la storia che l'ha visto trasformarsi, agli occhi dell'opinione pubblica e di milioni di tifosi, da direttore generale di una squadra capace di vincere tutto a Big Boss di un'organizzazione in grado di gestire schiere di arbitri, decidere a tavolino risultati e pilotare interi campionati. Ricco di rivelazioni, il racconto di una vicenda che ha sconvolto e fatto discutere tutti gli italiani è l'occasione anche per ripercorrere la storia personale di Moggi nel mondo del calcio, dai primi passi come osservatore di giovani promesse ai grandi successi: con la Roma, il Torino, il Napoli e soprattutto con la Juventus. Scritto con Enzo Bucchioni, e la collaborazione di Mario D'Ascoli, è un racconto che merita di essere ascoltato da tutti quelli che, senza pregiudizi, vogliono cercare di capire cosa è successo: "Più il tempo passa e più cresce dentro di me la sensazione che tutto quello che è successo dal maggio del 2006 in poi abbia prodotto soltanto una finta rivoluzione. Alla folla dei perbenisti, dei benpensanti e degli ingenui sono state date in pasto alcune teste, soprattutto la mia, hanno fatto credere di aver ripulito il calcio dai grandi corruttori per poter ricominciare in modo diverso. Non è così.</p>
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la VERITà, senza se e senza ma. Sono una persona obiettiva, che si informa a 360° e Calciopoli la reputo e la reputerò sempre una delle più grandi farse della storia d’Italia, ma il calcio in questo paese è vissuto come una fede, e non potrà mai far aprire gli occhi a tifosi di altre squadre

Premetto che sono interista e a suo tempo ho letto, trasalendo, il testo delle intercettazioni circolato sulla stampa. Adesso ho letto questo libercolo. Sono felice di averlo preso a prestito da una biblioteca, e non comprato, e di averlo trovato intonso perchè forse mai letto da nessuno prima di me. Oltre a tutte le cose che Moggi dal suo punto di vista non può che ribadire (e chi non lo farebbe?), oltre al solito campionario nazionalpopolare fatto della consueta commistione di umili origini, onestà, trasparenza, fede-lavoro-famiglia e carità, fede soprattutto, molta fede e devozione, istinti inconsulti e quant’altro (che certo io non sono nessuno per mettere in dubbio -il rispetto per la PERSONA è sempre e comunque fondamentale- ma su cui credo mi sia consentito di fare tra me e me qualche simpatico, benevolo sorriso) dalla lettura di questo ameno testo ho però appreso alcune primizie, fra cui: 1) il sig. Bertini con la Juve non indovinava un arbitraggio (toh, avevo avuto quest’impressione anch’io, forse da un’altra angolatura…) 2) l’autore, oltre agli innumerevoli contatti telefonici con mezzo mondo del calcio, era riuscito a stabilire un filo diretto persino con Padre Pio 3) l’autore probabilmente non era il primo della classe in lingua italiana, specie quanto all’uso del “che”. Per il resto questa lettura non ha sciolto nessuna delle mie perplessità. Che per me, garantista convinto, restano comunque solo e soltanto perplessità, e non sentenze. Quelle lasciamole ai giudici, nell’auspicio che facciano sempre bene il loro lavoro. Ma diamo ai tifosi, che ormai da lustri ammirano certi spettacoli, un briciolo di solidarietà. Che bello era il calcio di Rocco ed Herrera! E sincera solidarietà umana (non sportiva) comunque anche a Moggi, colpevole o innocente, simpatico o antipatico che possa essere, per quanto ha passato e sta passando. Capito, LISA? Un’altra volta, prima di affibbiare la Siberia a qualcuno, pubblica almeno il tuo indirizzo mail. Il mio c’è, come vedi. Farai più bella figura, LISA.

Nelle parole di Moggi ho trovato solo la conferma di quello che avevo gia capito da solo: venendo a mancare gli Agnelli è venuta a mancare la protezione attorno ai 2 dirigenti più in gamba invidia e gelosia hanno spinto chi spendeva in continuazione senza vincere nulla a far fuori dal giro chi invece riusciva a vincere facendo quadrare il bilancio. E’ come la storia di Pantani: lui era il drogato e gli altri tutti puliti? Sentendo cosa diceva Moggi al telefono può sembrare un delinquente ma la realtà è che erano tutti uguali, i dirigenti delle altre società usavano tutti gli altri sistemi di Moggi, forse con meno abilità e sicuramente con meno risultati. Moggi vinceva perchè conosceva i giocatori e metteva tutti i componenti della società in grado di rendere al massimo, era il migliore nel suo lavoro. Chi lo attacca lo fa solo per invidia e ha il prosciutto davanti agli occhi perchè nel calcio non è cambiato niente, è tutto come prima. Forza Moggi, ti rivogliamo in bianconero con Giraudo e Bettega.

Condivido in toto la recensione di Pippomix. Sarei tentato dal 5 per la piacevole lettura ma e’ un voto troppo alto per qualcosa che non ha a che fare con la vera letteratura. Consigliato soprattutto ai denigratori della grande Juve. Aprite gli occhi. Solo con un complotto poteva essre fermato uno squadrone del genere. Spero che la giustizia ordinaria prima o poi faccia pagare a Moratti e Provera quallo che devono pagare ed anche a quell’insulso di Mancini di andare ad allenare i polli. Comunque voto 4

Sono interista, ve lo dico subito.Il libro si legge davvero volentieri,molto simpatico quando parla di aneddoti calcistici famosi e non .Come libro di difesa e’ un disastro , mi sarei aspettato qualcosa di piu’ convincente invece moggi che fa’? nega tutto,semplicemente. Ha avuto problemi con roma napoli torino juventus e tutto quello che ci dice e’ che in italia funziona cosi. Comunque da leggere