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Un castello di inganni

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Titolo: <strong>Un castello di inganni</strong></br></br>
Autore: <strong>Elizabeth George</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2014</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850234288</strong></br></br>

<p>Alla fine, tutto sembra ricondursi al denaro", riflette lapidario Thomas Lynley di fronte all'indagine che lo ha portato in Cumbria, un incarico strettamente confidenziale affidatogli da Sir David Hillier. A chiamare in causa Scotland Yard è Bernard Fairclough, baronetto di recente nomina e ricco industriale, convinto che la morte per annegamento di suo nipote Ian, archiviata dal coroner come accidentale, sia stata in realtà un omicidio. Affiancato da Deborah e Simon St. James, che lo seguono in incognito, Lynley si ritrova a frugare tra gli scheletri nell'armadio di molte "rispettabili" persone, costretto a mettere in discussione persino gli affetti più cari. E le sorprese non mancano negli armadi di casa Fairclough, o piuttosto nelle complicate relazioni che ruotano attorno alle ricche casse della famiglia: una figlia finta invalida che conduce un'esistenza parassita a spese del padre un figliol prodigo uscito dal tunnel della dipendenza da alcol e stupefacenti che si affanna per rientrare nelle grazie del genitore, un ragazzino affetto da turbe psichiche, qualche ex moglie inviperita e non pochi amanti inopportuni... Un ginepraio su cui si è concentrata l'attenzione del giovane reporter di un famigerato quotidiano scandalistico, impegnato a indagare sulla vita del rampollo di casa Fairclough... L'ostinazione di Lynley e dei suoi ufficiosi assistenti porterà inevitabilmente a dipanare quel groviglio, facendo crollare un castello di spaventose bugie e atroci perversioni.</p>
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Amore e <strong>inganni</strong> Regia Whit Stillman con Kate Beckinsale, Chloë Sevigny, Xavier Samuel, Morfydd Clark, Jenn Murray, Stephen Fry Genere:Commedia<br/>Fondazione Brescia Musei via Musei 55 - 25121 Brescia tel. 030.2400640 - Mail: info@bresciamusei.com P.Iva/C.F. 02428570986 Per info musei e prenotazioni: <br/>Castelli a guardia della via d'acqua A partire dall'epoca preistorica ISEO è stato un importante porto commerciale e tale è rimasto attraverso i millenni, anche <br/>La rassegna di QViaggi dei castelli più belli presenti in Trentino Alto Adige, con informazioni utili sulla storia, le tradizioni ed i percorsi e con le opinioni dei <br/>Metro rossa sospesa tra <strong>Inganni</strong> e Bisceglie per verifiche su disposizione delle Autorità. Non è ancora chiaro che tipo di allarme sia ma potrebbe trattarsi di una <br/>EPISODI. Proemio – Il proemio del poema Orlando Furioso è contenuto nelle prime quattro ottave del Canto 1, nelle quali Ariosto presenta i temi cardine (la guerra <br/>Rebecca - La prima moglie (Rebecca) è un film del 1940 diretto da Alfred Hitchcock, tratto dal romanzo Rebecca, la prima moglie di Daphne du Maurier, vincitore di <br/>Wizards of Mickey  fumetto: Lingua orig. italiano: Paese: Italia: Testi: Stefano Ambrosio: Disegni: Roberto Santillo Direttore Creativo, Marco Ghiglione Creative <br/>Un itinerario suggestivo per visitare Mantova. Scopri il fascino di una città che sembra addormentata in seno ad una dolcissima malinconia
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Amo l’autrice ma questo libro è una totale delusione. L’affascinante introspezione psicologica tipica della George è stata sostituita da una caotica e poco riuscita commedia, o tragedia, degli equivoci. L’intuibile identità di un personaggio è il male minore : la sua morte, interamente attribuibile a un personaggio «positivo» è liquidata con indifferenza da un altro personaggio positivo. Non c’è spessore, solo una serie di eventi

Non ci siamo proprio con questo libro e per me che sono un lettore della George è un colpo al cuore. Premetto che se non avete finito di leggerlo non andate avanti nel mio discorso. Il romanzo vede un’improbabile svolta dei personaggi (anche se a ben pensare Linley è stato sempre attratto dalle gonnelle ed ha fatto follie, basta ricordare il viaggio a Santa Barbara per Deborah, la storia con la locandiera di Scuola Omicidi poi con Helen la situazione era leggermente cambiata),ma è l’intera storia che non funziona, l’intero impianto che è costruito male. Una delle caratteristiche dei libri della George è stata quella di incrociare la vicenda del libro con l’introspezione dei personaggi e delle loro vicende personali. Ma in questo libro è addirittura il contrario:sembra di leggere un libro sui nostri eroi dove la morte di Ian è un dannato particolare su cui perdere qualche pagina. Ma stiamo leggendo un libro rosa o giallo? Perchè di giallo non c’è nulla: la morte di Ian appare da subito per quello che è, il coinvolgimento di Scotland Yard appare un pò forzato, quello di Deborah e Simon addirittura è assurdo (capisco Simon ma perchè Deborah viene coinvolta inizialmente dall’immagine,se non quello di voler intrecciare la sua storia con quella di Alatea?) Ma poi pensate a Bernard che chiama Scotland Yard per farla indagare: una qualsiasi persona di buon senso sarebbe tornata a casa dalla moglie e avrebbe detto che non c’era nulla da fare, Scotland Yard non poteva riaprire un caso senza prove. Ma il peggio del libro secondo me sta nel finale: Barbara (sempre il miglior personaggio della saga) scopre la reale natura di Alatea (mah!!) Ebbene??? Perchè Linley diretto a Londra deve tornare indietro per parlare con Alatea? Qual’è il movente dell’assassino??? La scena finale è senza senso, quasi un pretesto per creare l’equivoco finale che è più da Woodehouse che da George: 3 dialoghi consecutivi dove le persone parlano di cose diverse senza accorgersi dii nulla. Un incubo

Aiuto … chiamate Linley .. è scomparsa Elizabeth George!!! Deludente, a tratti ripetitivo se non addirittura noioso, ho fatto veramente fatica a finirlo. Che la George avesse perso il suo stile lo si era già capito con «La donna che vestiva di rosso» … ma prima di dichiarare la sua ‘caduta libera’ le concederò una chance nel leggere il suo ultimo libro .. sequel di quanto lasciato in sospeso in questo..

No, decisamente un libro che non parte!!!!! Ho letto quasi tutti i suoi libri ma con questo ho dovuto fermarmi!!!!!

Non è all’altezza degli altri libri scritti dalla George, soprattutto le storie sono veramente eccessive. Va bene la problematica di Ian, va bene quella di Tim ma la storia di Alatea mi sembra troppo!! Peccato.